PAVESE OLTREPO LOMELLINA 08/01/2020: Gli “alberi selvatici di pianura” presenti nelle nostre campagne vanno preservati. Non eliminati come sempre più spesso accade. Servono a loro!!!
PAVESE OLTREPO LOMELLINA – Nella foto (che oggi apre anche la nostra pagina facebook) un piccolo gruppo di uccelli selvatici appollaiati a riposarsi su alcuni alberi “selvatici” di “pianura” (foto grande e piccola sotto).
L’immagine è ad uso di chi non avesse ancora capito a cosa servono le piante selvatiche presenti nei nostri campi, lungo i fossi, le rogge, i navigli e le strade.
Gli alberi ritratti sono quelli che spiccano lungo il Navigliaccio, a fianco della Sp35 Binasco-Pavia, a Borgarello… nello stesso punto in cui, per un paio di chilometri in direzione di Pavia, molte altre piante sono state eliminate (foto sotto).
La foto per spiegare che le piante selvatiche di pianura, sparse a macchia d’olio su tutto il terreno provinciale, anche quando non di pregio, sono utili e dovrebbero essere tutelate… anziché sistematicamente sterminate per fare legna: come oramai accade da anni alla chetichella in tutta la provincia.
In merito a ciò, gli ultimi abbattimenti, almeno quelli visibili, si sono verificati nel corso del 2019: ad esempio, lungo un fosso, nei pressi della Vigentina (Sp205), a Pontelungo nel comune di Vidigulfo (foto a lato); sulla Sp35 a Bressana Bottarone; e lungo la Bressana-Salice nel comune di Lungavilla.
Gli abbattimenti vanno da poche unità (come a Bressana e Lungavilla), ad alcune decine alla volta (come a Campolungo). Abbattimenti che passano inosservati ma che colpiscono tutto il territorio provocando un grave danno non solo al paesaggio agreste, che si desertifica sempre più; ma anche per la “fauna volante”, che non trova più luoghi su cui stazionare. Fauna (aironi, cicogne, piccoli rapaci e altre specie), di cui le nostre campagne, nonostante tutto, sono ancora straordinariamente ed incredibilmente ricche. Sarebbe bene perciò prendersene cura. Sul’argomento il nostro sito ha pubblicato altri articoli in cui si denuncia e documenta la lenta sparizione di questi alberi “figli di nessuno” ma importantissimi.
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