PAVIA 21/06/2024: Bandiera palestinese sul Duomo. Intanto il rettore chiede ai militati di liberare gli spazi occupati in Ateneo
PAVIA – “Che cosa ci fa una bandiera palestinese sulla cupola del Duomo di Pavia?”, Sono in molti a farsi la domanda (retoria) dopo quanto accaduto nelle scorse ore. Quando, nottetempo, qualcuno ha steso una bandiera palestinese sulla cupola del Duomo.
Fra quanti si sono fatti la domanda c’è anche (sul social X) il professore pavese Riccardo Puglisi, economista, docente di scienza delle finanze all’Università di Pavia, da tempo impegnato contro, certe derive ideologiche, nonché strenuo difensore dell’esistenza di Israele e nemico dell’antisemetismo.
Stessa domanda se l’è sostanzialmente posta il senatore pavese Gian Marco Centinaio, che, su facebook, ha scritto. “Se il Vescovo ha deciso di issare la bandiera della Palestina sul campanile del Duomo è un conto. Se qualcuno l’ha fatto senza autorizzazione dovrebbe scattare la denuncia”.
Nel frattempo, l’accaduto (che replica quanto avvenuto lo scorso 5 giugno questa volta ai danni del Duomo di Milano), è stato attenzionato dalla Digos.
Il gesto dimostrativo al Duomo si inserisce in un clima di tensione che si vive in città legato alla guerra di Gaza. Un clima sfociato dopo l’occupazione del cortile, nella presa di possesso del corridoio del Rettorato dell’Università cittadina da parte di attivisti pro palestinesi. Questo dopo che la dirigenza dell’ateneo ha detto No allo stop dei rapporti accademico-scientifici tra l’Università di Pavia e gli enti o le società israeliane, come chiedevano i militanti.
Ma non solo, con una lettera aperta sulle pagine della Provincia Pavese, il rettore Francesco Svelto ha chiesto espressamente di liberare gli spazi. “Passate ormai più di 4 settimane da quando la protesta ha preso possesso esclusivo di spazi di Ateneo – ha scritto svelto -, è importante il ripristino di un regime di utilizzo ordinario, nella disponibilità di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È giusto che tutti si rispettino e possano utilizzare gli spazi in modo libero e sicuro. Il rischio è che, altrimenti, si superi la linea rossa in cui la protesta vibrante, anche se certamente non violenta, diventa prepotenza»
Commenti