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VOGHERA 31/01/2022: Giorno della Memoria. Svolto sabato in via Emilia il presidio ANPI e RAP-FIVL

Gennaio 31
11:52 2022

VOGHERA ANPI e RAP-FIVL, hanno organizzato, sabato 29 gennaio – in occasione del “Giorno della Memoria”- il presidio di fronte alla targa di via Emilia apposta a ricordo di due atti siglati da Carlo Alberto nella nostra città il 29 marzo 1848: la dichiarazione di guerra all’Austria, con l’avvio della prima guerra d’Indipendenza, ed il riconoscimento dei diritti civili agli israeliti.

Riconoscimento cancellato un secolo dopo da Vittorio Emanuele III che – dopo avere aperto la strada al fascismo nel 1922 (esattamente cent’anni fa la marcia su Roma che renderà più che mai necessarie occasioni di riflessione) – avrebbe firmato le infami leggi razziste del 1938 contro gli ebrei italiani.

L’iniziativa, anche attraverso alcune letture, ha reso omaggio – come indicato nella legge 211 del 20 luglio 2000 – a tutte le vittime della deportazione nazifascista: cittadini ebrei, oppositori antifascisti, soldati catturati dopo l’8 settembre ‘43 in Italia o all’estero. Ed anche ad altre figure che la legge non richiama ma che vennero travolte: omosessuali, Testimoni di Geova, disabili e malati psichici, Rom, Sinti e Caminanti.

ANPI e RAP-FIVL hanno ricordato che dal 2018 è presente la “Pietra d’inciampo” all’ingresso della sezione classica “Grattoni” del Liceo “Galilei” dedicata di Jacopo Dentici, giovanissimo partigiano diciottenne che paga con la vita l’impegno antifascista.

Nell’occasione è stato ribadito che la deportazione politica è quella più rilevante. Sono dai 33 ai 34 mila i deportati italiani (a tutt’oggi non esiste una anagrafe globale): uomini e donne, classificati da nazisti e fascisti come pericolosi – partigiani, patrioti, oppositori antifascisti, operai delle fabbriche del Centro Nord – destinati ai campi di concentramento e sterminio.

I deportati antifascisti della nostra provincia sono circa 300: di 245 esistono i riferimenti biografici oggi riproposti e ampliati nel sito deportati pavesi a cura dell’ANED e dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Pavia.

La principale destinazione è Mauthausen (un campo che più si avvicina a quelli di sterminio, con un tasso di mortalità tra i prigionieri che è la metà di quelli transitati, e che viene liberato solo il 4 maggio ’45!), seguono Bolzano, Dachau ed altri campi.

Nella nostra città sono 22 i deportati: 18 sono vogheresi e 12 di loro non sopravviveranno (11 moriranno nei Lager ed uno, Angelo Arcalini fratello del partigiano Luigi, ucciso a Milano, non reggerà alle privazioni subite dopo il ritorno a casa).

Trasferiti al campo di concentramento di Bolzano, gestito dalle SS di Verona, con destinazione Dachau, Auschtwitz, Mauthausen.

Il loro percorso di prigionia inizia anche con la detenzione nel Castello di Voghera – carcere cittadino, durante il fascismo e nel periodo della RSI – dobbiamo sempre ricordarlo, visto che alla dimenticanza si unisce la vergogna permanente di una targa che rovescia la storia.

Da segnalare che il volantino dell’iniziativa riportava la riflessione di Primo Levi sullo “straniero come nemico”, quanto mai attuale nella nostra città dopo il tragico episodio avvenuto l’estate scorsa che non ha ancora trovato le necessarie risposte culturali e civili, oltre che politiche.”

(Fonte: comunicato ANPI e RAP-FIVL)

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