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PAVIA VOGHERA 18/03/2021: Sanità. Presunti appalti truccati (FOTO VIDEO). La Finanza arresta due funzionari dell’Asst e due amministratori di una cooperativa che in ambulanza trasporta malati

Marzo 18
09:06 2021

PAVIA VOGHERA

La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini dirette dal Sostituto Procuratore Roberto Valli e coordinate dal Procuratore aggiunto Mario Venditti, sta eseguendo, sin dalle prime luci dell’alba, 4 arresti domiciliari disposti dal GIP Maria Cristina Lapi (fra gli arrestati c’è il direttore generale Michele Brait), nonché perquisizioni e sequestri di apparati informatici in diverse aree geografiche del Paese (Lombardia, Marche, Lazio e Sicilia) per i presunti reati di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.

I militari della Compagnia di Vigevano avrebbero scoperto numerose irregolarità nel bando di gara indetto dalla ASST di Pavia nel 2017, per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza svolti da una cooperativa di Pesaro (la First Aid One) per gli ospedali di Voghera, Vigevano, Mede, Mortara, Casorate Primo, Broni e Stradella. 

La cooperativa dopo essersi aggiudicata un appalto del valore di circa 2 milioni di euro “avrebbe mancato di garantire – , spiega la Finanza – già dai primi mesi di operato, il servizio richiesto dall’appalto, creando numerosi e continui disservizi uniti a sensibili ritardi e mancate prestazioni sanitarie, spesso confermati anche da molte segnalazioni pervenute dai pazienti trasportati e dai medici in servizio presso i citati presidi ospedalieri, facendo presupporre l’utilizzo di un numero di autoambulanze e automediche inferiore a quello che era stato contrattualmente previsto.”

Per l’accusa, durante la partecipazione al bando di gara la cooperativa, avrebbe potuto presentare all’ASST di Voghera “un’offerta anomala, talmente fuori mercato (perché quanto offerto non copriva neanche i costi del servizio) da impedire la partecipazione di tutte le altre associazioni presenti nella provincia di Pavia che per anni avevano svolto lo stesso servizio in convezione.”

Le fiamme gialle avrebbero accertato che “la base d’asta dell’appalto era stata fissata illegalmente ad una soglia inferiore alle tariffe regionali, causando, di fatto, l’esclusione automatica degli altri operatori sanitari che non avrebbero mai potuto accettare lecitamente un’offerta cosi svantaggiosa.” Da qui la domanda. La cooperativa indagata come ha potuto far fronte a un ribasso di oltre il 25% rispetto alle tariffe indicate da Regione Lombardia?

Per l’accusa, “la società che ha vinto l’appalto ha indicato costi del lavoro dei propri dipendenti, ben inferiori ai minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale, costringendo, altresì, i propri lavoratori a prestare anche attività come volontari, traendone un vantaggio che ha consentito loro di presentare un’offerta palesemente anomala per aggiudicarsi l’appalto.”

Poi arriva il capitolo Asst.

Per gli inquirenti “Inspiegabilmente i vertici di ASST Pavia (Direttore e Responsabile Unico del Procedimento), pur consapevoli della palese anomalia dell’offerta e dell’illiceità del ricorso alla manodopera volontaria, aggiudicavano ugualmente l’appalto alla cooperativa e, successivamente, a fronte delle numerose violazioni contrattuali acclarate già durante il periodo di prova, omettevano di procedere alla doverosa revoca dell’aggiudicazione stessa, consentendo alla vincitrice di ottenere un illecito profitto.”

Molte sarebbero state le violazioni contrattuali e sanitarie di cui la cooperativa pesarese si sarebbe resa responsabile. Cita la Finanza: “ritardi e disservizi sin dai primi mesi dell’aggiudicazione dell’appalto, mancanza di luoghi attrezzati in cui ricoverare i propri mezzi, lasciando le ambulanze a fine turno parcheggiate sulla pubblica via, e soprattutto, rendendo impossibile effettuare non solo la regolare sanificazione dei veicoli ma anche la stessa pulizia delle ambulanze al termine del trasporto di ogni paziente.”

In tal modo, sempre secondo le accuse, il servizio veniva espletato, anche “nel pieno della pandemia in corso, in condizioni igienicamente precarie e pregiudizievoli per la salute degli ammalati, in spregio alle più elementari norme sanitarie imposte dalla normativa anti Covid-19.”

Ora le accuse degli inquirenti dovranno passare al vaglio degli altri organi dell’Autorità giudiziaria.  

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