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VOGHERA 28/02/2021: Tra Julio Iglesias Radio Voghera il salame di Varzi e… il mistero del Vaticano. Compie 80 anni Gianni Belfiore, il grande paroliere molto legato alla città iriense e all’Oltrepo pavese

Febbraio 28
22:04 2021

VOGHERA – Da poco è passata la data del compleanno di Gianni Belfiore, un dei più grandi parolieri italiani: autore di famosissime canzoni di artisti nazionali e internazionali, primo fra tutti Julio Iglesias (trecento milioni di dischi venduti in tutto il mondo!).

Perchè parlare di Gianni Belfiore su VoghreaNews.it? Perchè parlare di questo straordinario personaggi ci permette di parlare della città di Voghera e dell’Oltrepo Pavese, luoghi nostrani con i quali Belfiore ha avuto un lunghissimo rapporto speciale e privilegiato.

Belfiore viene raggiunto al telefono mentre si trova nella sua amata Sicilia. La voce è calda e rassicurate.

E quindi sono 80?

Sì sono ottant’anni. Lo dico ma non ci credo. Mi sembra ieri che ho scritto la canzone ‘Due volte vent’anni’ per i miei 40 anni… invece ora sono raddoppiati.” Ride.

Ottant’anni. Un bel traguardo… come sono andati?

Di solito quando avvengono certi fenomeni accade qualcosa di superiore, in cui Noi siamo soltanto strumenti che, più o meno, capiscono la strada da prendere. A volte ci troviamo ad un bivio: se uno prende a destra oppure a sinistra cambia tutto. Se guardo ciò che ho fatto, quindi, direi che mi è andata bene. E’ andata bene per quel po’ di intuito che ho avuto e anche per la forza di non mollare mai. Perchè tutte le cose che ho fatto le ho fatte in quanto mi davano felicità… con i sacrifici che non tenevano conto dei risultati: specialmente nel campo musicale, dove le porte che ti sbattevano in faccia erano tante.”

Forse non tutti lo sanno. Ma in tutte queste avventure lei per anni ha avuto un rapporto intenso e profondo con la città di Voghera. Come ci è arrivato?

Tramite Mario Diani, speaker di Radio Voghera. È stato Mario a contattarmi. Ha fatto di tutto pur di arrivare a me. Anche il cameriere, per avere il mio numero di telefono.”

Da lì è nata una lunga amicizia. Ma perchè il vogherese Mario Diani ha voluto assolutamente conoscerla?

Diani ha avuto la capacità di vedere nei dischi di grande successo non solo il grande cantate ma anche chi ci stava dietro: l’autore dei testi. E lo ha fatto a quei tempi, quando l’interprete era molto considerato mentre gli autori di fatto dimenticati.”

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Tramite Diani poi è arrivato alla città di Voghera.

Lentamente ho preso l’abitudine di testare le nuove canzoni a Radio Voghera. Voghera era la città delle Casalinghe… divenute famose, citate ovunque, non so per quale strana alchimia… senza aver mai avuto un ufficio stampa (pensa ad alta voce Blefiore). Comunque sia, stando a Voghera potevamo osservare le reazioni ai nuovi pezzi… questo non soltanto per le canzoni di Iglesias ma anche per quelle della Carrà, ad esempio. Ad ogni disco nuovo, grazie a Radio Voghera, vedevamo quale era la canzone che piaceva di più. Grazie alla radio privata infatti le persone telefonavano, così noi avevamo un contatto diretto con il pubblico e quindi il polso di quello che stavamo facendo. Essendo poi Mario Diani un amico, quasi sempre facevo ascoltare tutte e 10 le canzoni del nuovo album…”

Lei però non sembra essersi fermato a Voghera. Dicono che nelle sue canzoni ci sia anche un’altra realtà dell’Oltrepo pavese. E’ vero che c’è anche Varzi?
“Più o meno direttamente sì. Nella canzone di Iglesias ‘Sono un Vagabondo’, ad un certo punto scrivo: ‘Amo pane e salame, la frugalità ”. Ebbene, l’ispirazione di quel passaggio l’ho avuta ricordando quando a Radio Voghera, con Mario Diani, ogni tanto mangiavamo pane e salame… era il salame di Varzi. Buonissimo!”

Iglesias. Carra. Zanicchi. Qual è il testo più bello che sente d’aver scritto?

Le sembrerà strano (in realtà Blefiore dopo poco che gli parli comincia a darti del ‘tu’, anche se è la prima volta che ti sente, la sua capacità di creare empatia è notevole) ma non è fra quelle. E’ il testo che ho scritto per Benedetto XVI  a seguito dell’annuncio della rinuncia al papato. La canzone è intitolata “Una nuova specie di dolore”. Con quella canzone ho affrontato un argomento molto difficile. Ho voluto provare me stesso alzando l’asticella.”

C’è riuscito?

Credo di sì. Anche se il testo non ha avuto molta diffusione.”

Come mai?

Quando ho fatto la canzone ho mandato 43 e-mail al Vaticano. Non mi hanno mai risposto. Poi sono riuscito a declamarla nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, dove è stata ripresa dal Tg2. Dopo di che ho cominciato avere problemi, che si sono ripresentati ultimamente quando sono andato a TV 2000. In quel momento mi sono detto: qua sono a cavallo, sono nel luogo adatto per lanciarla. Invece ad un certo punto hanno soltanto citato il titolo ma non me l’hanno fatta fare. Al che ho capito che ero su un terreno esplosivo.”

E’ riuscito a capire come mai la canzone non passava?

Non so che cosa l’abbia frenata. Forse è stato per quella frase sui due papi (Belfiore ad un certo punto scrive “… Due Papi lasceranno l’Umanità un po’ stordita. Dove sta la verità, là ci sta la vera vita. Lo spirito è confuso, mille gli interrogativi…”). Comunque sia, è un peccato, perchè è una composizione di spessore a cui sono molto legato.”

Oltre a questa, scrivi ancora canzoni (a Blefiore dopo poco che gli parli viene anche a te naturale dargli del ‘tu… e così va)?

No. Ad un certo punto ti freni da solo. Le idee magari ti vengono. Ma il problema è la difficoltà nel trovare chi le possa cantare. E poi alla fine non c’è neanche più l’età per fare certe cose … .”

Non scrivi più canzoni. Ma noi sappiamo che stai scrivendo un libro… dove c’è anche un capitolo dedicato a Voghera.

C’è Voghera, c’è Mario Diani e ci sono le “Casalinghe di Voghera: che sono più volte venute alle presentazione dei nuovi dischi, e una volta anche a Genova per i miei 35 anni di carriera. Se vuoi ti anticipo il titolo…”

Devi!

S’intitola: ‘Gianni Belfiore. Tre vite in una. Dai grandi transatlantici a Julio Iglesias. Con Rosa Balistreri e Raffaella Carrà come referenti’. E’ un autobiografia ovviamente, dove racconto di aver fatto l’ufficiale di coperta sulle grandi navi… sono ufficiale di lungo corso. Poi sono diventato commissario: ero all’intrattenimento… praticamente sono stato un Fiorello ante litteram. Dopo di che sono passato alla musica.”

Ci sono altri ricordi sulla nostra città e sul rapporto con Mario Diani, dentro al libro e fuori?

Mario è più di un amico. E’ un consigliere. Mi spiace che la città si sia lasciata scappare Radio Voghera in cui lui operava… anche se certe cose è più facile dirle che farle. Così come non bisognava farsi scappare il negozio di dischi di Luigino (Luigino Alpago, il titolare di Stereodisco, in via Matteotti ndr). A Radio Voghera Mario Diani faceva molto bene le interviste. Ricordo quella con il vice comandante Guido Badano dell’Andrea Doria. Ma anche quella con Iglesias, una delle poche che Iglesias ha dato alla radio.”

Fra poco ci sarà Sanremo. Che cosa ne pensa della musica di oggi un grande paroliere come te?

Di solito la musica è portavoce del costume del momento. Purtroppo noto che oggi si sta andando completamente a ruota libera. Col fatto che ognuno può dire la sua non c’è più assolutamente nessun freno, più nessuna regola. Eppure una regola c’è per tutto. C’è una regola per scrivere un libro. Per scrivere un articolo di giornale. E c’è anche nello scrivere una canzone. Ma oggi purtroppo non si tiene più conto delle regole… e se uno lo dice viene preso per vecchio… per antico. Però, alla resa dei conti, le canzoni che funzionano davvero sono quelle che durano nel tempo. Il grande giudice è sempre il tempo. Mentre oggi chi fa musica e non si pone questo problema… nella maniera più assoluta.

Insomma, il giudizio da parte mia – aggiunge Belfiore –, diventa un pochettino, fra virgolette… cattivo. Almeno così sembra. Anche se in realtà vuole solo mostrare la giusta strada ad una generazione che purtroppo non ascolta… la prima generazione forse che non fa tesoro dell’esperienza delle persone più anziane.”

Ma in provincia di Pavia ci sono molti gruppi di giovani che fanno musica. Vogliamo provare a dare qualche consiglio su come fare musica indimenticabile… anche se sappiamo che non è facile che vengano recepiti?

Sin da quando, ai tempi d’oro dell’exploit di Iglesias, i giovani, magari accompagnati dai genitori, venivano da me, facevo sempre questa domanda. Quel che fai, aldilà dei risultati, ti dà felicità? E gli dicevo: se ti dà felicità aldilà dei risultati… che all’inizio sono quasi sempre negativi, continua. Se invece quel che fai non ti dà felicità aldilà dei risultati, smetti: perché certamente in quel modo non arriverai mai.”

E dal punto di vista tecnico?

La materia è molto ampia. Dare consigli è difficile: perché bisognerebbe fare tutto il percorso che ho fatto io e che oggi è quasi impossibile da intraprendere. E cioè, leggere libri di poesie: in modo da abituare il cervello a memorizzare le rime. Dopo di che bisogna ascoltare le canzoni passate: perché quando decidi di trattare un argomento è quasi certo che quell’argomento è già stato ampiamente scritto. A quel punto si deve intraprendere il lavoro solo se si pensa di poter superare la canzone passata. Insomma, sono tutti fattori che richiedono molto tempo e molto sacrificio. Cose che i giorni di oggi forse non consentono più di fare.”

C’è altro?

E poi va detto anche che io ho imparato molto a scrivere negli Stati Uniti, acquisendo regole da grandi artisti di cui ho fatto tesoro e che ho sempre applicato. Scrivere canzoni – aggiunge Belfiore, oramai ben calato nella parte del grande maestro – è un esercizio. A differenza di altre esperienze, nella canzone devi scrivere prima il titolo e poi essere coerente con il tema e non andare… fuori tema. E poi ancora devi raccontare la storia avendo la dote della sintesi: per dire tutto in 16 righe.”

Una dote che Belfiore ha sempre avuto.

Scrivere i testi è una deformazione della musica – conclude l’autore -. Perché al vero paroliere la musica dice le parole, non dice i suoni. Più volte Morricone ha detto che a lui le immagini gli suggerivano la musica. Un altro grande, Armando Travaioli, diceva addirittura che per scrivere una canzone non bisogna conoscere la musica.”

Insomma, musicalmente parlando siamo nel campo della deformazione… e di un paradosso?

“Un paradosso solo apparente: perché conoscendo la musica tu hai dei paletti, mentre non conoscendola di paletti non ne hai più. In questo modo l’ispirazione e la fantasia possono viaggiare liberi.”

Matteo Negri

IL SALAME DI VARZI NELLA CANZONE DI JULIO IGLESIAS

 

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