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VOGHERA 17/09/2020: Elezioni. Lettere. “Ghezzi, se vince, non tolga la targa dedicati ai fascisti fucilati”

Settembre 17
11:39 2020

VOGHERA – Un lettore che chiede l’anonimato, si rivolge al candidato Pier Ezio Ghezzi, affinchè, se vice, tolga la targa posizionata al Castello, in cui si ricordano i militanti fascisti lì fucilati dopo la fine della guerra.

“Gentilissimo Pier Ezio Ghezzi,

Le scrivo questa lettera perché ho letto, sui social, un post inerente a delle sue affermazioni che spero lei possa smentire, o almeno correggere. Ho letto che lei in un incontro pubblico avrebbe dichiarato che riguardo alla questione della targa in Piazza Castello sarebbe intenzionato, qualora venisse eletto, a contattare l’associazione partigiani per fare in modo che la targa venga celermente tolta.

Ci ragioni, ci rifletta, ci ripensi. Glielo dico non da uomo politico, non da candidato, nemmeno da interessato alla politica. Glielo dice qualcuno che la storia la studia quotidianamente e vorrebbe farla diventare il suo lavoro. Si può dire che glielo chieda un tecnico.

La storia anche quella che non ci piace, non la possiamo cancellare. Anzi, forse, più è “brutta” più dobbiamo sforzarci di non nasconderla, ma di studiarla e di spiegarla. Perché il domani sarà migliore se conosciamo il male del passato.

A volte, sa cosa ci aiuta a comprendere l’importanza del passato? Il presente. Perché il presente ci dà stimoli, ci fa vedere la storia in un’ottica diversa e, così facendo, ci fa perdere ogni certezza. Proprio una notizia di attualità mi ha spinto a scriverle questa lettera, quale? Il barbaro omicidio del povero Willy. Lei si chiederà, giustamente, cosa questo c’entri con la vicenda della targa di Piazza Castello. Cercherò, brevemente, di spiegarglielo. I media indagano tanto sul retroterra che ha portato gli assassini di Willy a compiere tale gesto con cotanta violenza. Giusto che sia così. Ognuno la penserà a suo modo – chi darà la colpa alle arti marziali, chi alla droga, chi alla perdita di valori, etc- ma tutti, almeno così mi auguro, saranno consapevoli del fatto che un giovane di 22 anni non deve venire ammazzato in quel modo.

Allo stesso modo, il 13 maggio 1945, a conflitto concluso, non dovevano essere fucilati:

  1. Sergio Montesanto (21 anni)

  2. Luigi Albini (17 anni)

  3. Quarto Vanutelli ( 16 anni)

(Ho deciso di riportare solo i nomi di coloro che erano più giovani di Willy, invito per chi volesse conoscere gli altri nomi a recarsi in Piazza Castello ad osservare la targa).

Questi tre ragazzi erano fascisti? Si. Sinceramente non so se e di quali crimini si siano macchiati. Invito, chi sia interessato, a cercare fonti e a spiegarlo alla città. Anche in questo voglio dimostrare la mia tesi secondo cui la storia non deve essere mai oblio ma studio e pubblicazione di conoscenza perché ognuno possa per lo meno porsi delle domande, più difficile, probabilmente impossibile, risulta, invece, darsi delle risposte.

Sergio, Luigi e Quarto sono nati e cresciuti tutti dopo la marcia su Roma, hanno studiato in scuole in cui gli veniva spiegato da che parte stare e gli veniva insegnato che tutto ciò che non era fascista era nemico, sono stati, in definitiva, cresciuti per servire il regime. Hanno deciso di seguire questa linea e per questo sono morti. C’era un’alternativa? Sì, in molti l’hanno scelta. Questa “alternativa” a cosa portava? Nella maggior parte dei casi: all’esilio, al carcere, alla morte. Detto ciò, si può dire che fosse un’alternativa semplice da percorrere? A mio avviso no, non era una scelta che tutti avevano la forza di fare. Non potrebbe dire altrimenti qualcuno che non ha nemmeno il coraggio di firmare questa breve lettera.

Chi non ebbe quel coraggio andava dunque ucciso? A conflitto finito? Nonostante la giovane età? Nonostante una vita davanti? Nonostante la breve vita trascorsa fosse stata vissuta in una società che insegnava in modo univoco da che parte stare?

Le domande però devono sorgere, inevitabilmente, anche riguardo a chi premette il grilletto. Sono queste persone dei carnefici? Oppure gente stanca e arrabbiata di una vita priva di libertà? Dopo 5 anni di guerra? 3 anni di guerra civile?  Persone che comunque avevano vissuto dalla prima guerra mondiale in poi in un clima di violenza diffusa?

Detto ciò io non le voglio dare risposte, ma solo ricordarle che la storia serve a porsi domande e nasconderne una parte non fa bene a nessuno. Quindi, rendiamo la targa un valore aggiunto, per nostra la città, portandoci i ragazzi delle scuole e spiegando loro che odio e violenza portano al male e riescono a tirar fuori il peggio anche dalle persone migliori. Se però questa proposta fosse troppa coraggiosa, e lo posso capire, almeno lasciate lì quei nomi in modo che chi volontariamente o meno ci passi davanti, si possa chiedere: Chi sono questi ragazzi? Per cosa sono morti?

Le auguro buona fortuna per le elezioni comunali. Cordiali saluti. Un giovane vogherese.” 

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