CODEVILLA 08/06/2020: Festa della Repubblica. Omaggiata in paese la figura di Maria Maddalena Rossi
CODEVILLA – Il 2 giugno scorso, nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Anpi nazionale di dedicare l‘anniversario della nascita della Repubblica alle 21 donne costituenti, una delegazione dell’Anpi provinciale alla presenza del Sindaco ed alcuni amministratori del Comune di Codevilla hanno reso omaggio alla figura di Maria Maddalena Rossi, sepolta nel cimitero comunale.
Maria Maddalena Rossi, eletta nelle file del Partito Comunista Italiano, con alle spalle la scelta antifascista, il lavoro nel “Soccorso rosso”, l’arresto ed il confino, dopo il 25 luglio ed una breve presenza in Svizzera rientra in Italia partecipando alla redazione clandestina de l’Unità fino alla Liberazione.
Presidente dell’UDI (Unione Donne Italiane) dove verrà riconfermata nel 1949 e nel 1953: anni di guerra fredda, dove l’impegno per le donne si intreccia a quello per la pace.
Nel 1946 viene eletta all’Assemblea Costituente nel IX Collegio elettorale (Verona-Padova-Vicenza-Rovigo) ed è membro della Commissione per i trattati internazionali ed interverrà in merito all’approvazione del Trattato di pace fra l’Italia e le potenze alleate firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Si adopera inoltre per il riconoscimento della parità femminile sia nella famiglia che nel mondo del lavoro. Nella discussione sul Titolo II riguardante i rapporti etico-sociali, afferma l’obbligo da parte dello Stato di tutelare la famiglia e l’eguaglianza morale e civile dei coniugi in quanto solo la parità dei sessi può garantire la nascita di una moderna famiglia democratica.
Con la democristiana Maria Federici e la collega di partito Teresa Mattei, si impegna fortemente per l’accesso delle donne alla Magistratura.
Eletta per tre volte alla Camera dei Deputati nella prima legislatura repubblicana (1948-1953) e poi ancora nel 1953 e nel 1958. Da ricordare in particolare la sua richiesta di snellire i procedimenti di adozione.
Tra i suoi numerosi interventi in aula, resta famoso quello del 7 aprile 1952 in cui rivendica con forza la disposizione di un indennizzo per le donne e le famiglie vittime delle violenze sessuali e fisiche perpetrate dai goumier francesi, membri del Corpo di spedizione francese in Italia, (le cosiddette “marocchinate”), legato a questo tema l’impegno per il piano che prevedeva il trasferimento di oltre 3.000 bambini del cassinate presso le famiglie del nord Italia per sottrarli alla fame e alle malattie. Dirà la Rossi «la vicenda umana e politica che animò l’intero programma di solidarietà a favore dei bimbi di Cassino e del Cassinate e relative famiglie, costituì il più limpido esempio di solidarietà ed unità nazionale della giovane Repubblica Italiana nata dalle macerie della seconda guerra mondiale».
Segue il successivo impegno amministrativo nel piccolo centro di Porto Venere, come consigliere comunale e poi sindaca dal 1970 al 1975 dove contribuisce al Nuovo Piano Regolatore che prevedeva il mantenimento di vaste aree destinate a verde pubblico: una decisione fondamentale per la successiva creazione (settembre 2001) del Parco Naturale Regionale di Porto Venere.
Nel dicembre 1987 la Provincia di Milano le conferisce la medaglia d’oro per il suo impegno sociale, politico e civile. Muore a Milano il 19 settembre 1995, dopo avere lasciato al Comune di Codevilla un notevole patrimonio di opere d’arte, quadri e sculture, che saranno al centro di un lavoro di riorganizzazione e sistemazione nel prossimo periodo.
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