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PAVIA VOGHERA 23/04/2020: Oasi di Sant’Alessio in difficoltà per il Coronavirus. Appello per acquistare i biglietti in anticipo o fare una donazione

Aprile 23
11:53 2020

PAVIA VOGHERA – “Regala un biglietto di ingresso al parco valido per un anno solare dalla data di acquisto. L’emergenza Coronavirus, precipitata alla riapertura del parco dopo la sosta invernale, sta esaurendo le nostre esigue riserve. Il tuo aiuto economico, mai come ora, è indispensabile per salvare gli animali e l’ambiente che li accoglie.“

L’appello che avere letto è dell’Oasi di Sant’Alessio, la struttura naturalistica che 50 anni fa ebbe l’intuizione (come amano raccontare i responsabili) che, “per aiutare la natura si doveva fare ben altro che astenersi dal danneggiare ulteriormente i luoghi meno sciupati del pianeta”. E che quindi, “quando una specie animale arriva sull’orlo del baratro, bisogna ricorrere alla moltiplicazione in ambiente protetto per aiutarla o addirittura salvarla.”

Oggi lo fanno in tanti, ma 47 anni fa, quando l’intuizione si è trasformata in realtà nell’omonimo comune del pavese, a nord del Capoluogo, era cosa per pochi.

Purtroppo però la crisi sanitaria del Covid-19 quest’anno, azzerando le visite, e quindi gli introiti, ha messo in crisi la struttura.

Da qui l’idea di fare l’appello #sostieniloasi, per l’acquisto di biglietti “postdatati”.

Di seguito perciò qualche istruzione su come aderire.

I biglietti possono essere acquistati su questa pagina (fai copia e incolla): https://shop.ranatick.com/oasisantalessio/biglietto-regalo?fbclid=IwAR3aBIf40iddTx9YT5YYDMySBQCorKv0bWcMTeiEaCy6YFyMakiXPA_5Mzg)

Ogni biglietto è valido per un ingresso all’Oasi di Sant’Alessio e può essere utilizzato nell’arco di un anno dal momento dell’acquisto (farà fede la data riportata sul biglietto). I biglietti sono acquistabili fino al giorno precedente alla data della visita. Verrà spedita una e-mail all’indirizzo specificato con allegati i biglietti acquistati, sarà indicato nella email il tuo nome come autore del regalo. I biglietti non sono rimborsabili o modificabili nella data (anche in caso di maltempo).

Inoltre, i biglietti sono acquistabili fino al giorno precedente alla data della visita. L’ingresso al parco è gratuito per i bambini di età inferiore ai 3 anni. Per l’acquisto di un numero di biglietti superiore a 19 è previsto uno sconto comitiva.

I costi:

Biglietto adulto 15 euro (nella prima visita il costo di € 5 della tessera di associazione è compreso nel costo complessivo degli € 15).

Biglietto ridotto dai 3 ai 12 anni 12 euro

Biglietto over 65 13 euro

Già in diverse persone hanno aderito all’appello ma, raccomanda l’Oasi: “Se avete amici o parenti, o conoscenze sui “social”, che sapete non essere stati raggiunti dalla nostra richiesta di aiuto, trasmettetegli il nostro messaggio. Ogni nuovo, seppur piccolo, sostegno sarà prezioso per continuare ad accudire l’Oasi di Sant’Alessio.”

LA DONAZIONE SU “GO FUND ME”

Oltre all’acquisto dei biglietti in anticipo, per aiutare l’Oasi è possibile anche fare una donazione sulla piattaforma GoFundMe raggiungibile al seguente link (https://www.gofundme.com/f/aiutiamo-a-vivere-gli-animali-dell039oasi). Il progetto di raccolta fondi in questo caso si chiama “Adotta un animale dell’Oasi”.

UN PO’ DI STORIA

Raccontano i responsabile della struttura.

“Più di cinquant’anni fa, con una decisione che a noi sembrava solo buon senso, ma che purtroppo si rivelò visionaria e pochissimo condivisa, decidemmo che per aiutare la natura si doveva fare ben altro che astenersi dal danneggiare ulteriormente i luoghi meno sciupati del pianeta. Intuivamo che, quando una specie animale arriva sull’orlo del baratro, bisogna ricorrere alla moltiplicazione in ambiente protetto per aiutarla o addirittura salvarla. Oggi lo fanno in tanti, ma allora eravamo in quattro. Al mondo.

Dopo qualche anno di esperienze, nel 1973 fondammo l’Oasi. Cominciammo a lavorare su alcune specie. Sul modello di un’analoga impresa della Cornell University (New York), costruimmo una serie di voliere per la riproduzione del falco pellegrino, ormai praticamente estinto in Europa e nord America a causa del DDT. Iniziammo ad allevare la cicogna bianca, scomparsa dall’Italia da secoli. La sua reintroduzione -con oltre millecento esemplari partiti, a oggi, dall’Oasi- fu il nostro più spettacolare successo. Nel 1985 alcuni nostri esemplari furono donati alla LIPU, che aveva deciso di affiancarsi a noi in questa impresa. Lavorammo anche sul cavaliere d’Italia, riprodotto per la prima volta qui e di cui, al culmine, arrivammo ad allevare oltre cento esemplari all’anno. Seguirono progetti analoghi sull’avocetta e sull’ oca selvatica. Più tardi ci dedicammo alla spatola europea e al mignattaio.
Ognuna di queste imprese affrontò le sue difficoltà. Mancandoci visibilità, non ricevemmo mai, come tuttora non riceviamo, aiuti esterni dalle Istituzioni.

Dal 1994, su suggerimento di Marco Lambertini, allora direttore della LIPU e ora del WWF Internazionale, aprimmo, con la formula dell’associazione, a un numero limitato di visitatori. Da questi -e dai nostri ormai esauriti mezzi personali- da allora l’Oasi ricava il proprio sostentamento.

Nel frattempo, abbiamo dato vita alla rinaturalizzazione della poca terra di cui disponiamo -meno di dieci ettari- che è ormai diventata la casa, in estate, per migliaia di coppie di uccelli nidificanti e, in inverno, per migliaia di uccelli migratori che qui trovano un rifugio sicuro.
Il successo dell’iniziativa dimostra che i progetti di conservazione, affiancati da un servizio culturale, si possono autofinanziare.
Con la presenza di visitatori, dovevamo cercare un compromesso fra varie esigenze:
 far star bene i nostri animali, ricreando i loro habitat naturali
 consentire lo studio e il contatto con specie diverse per saper in seguito proteggerle in natura, collaborando con ricercatori e fotografi
 mostrare uno scampolo di ambiente primordiale, mantenendo il bosco centrale e assecondando il naturale evolversi della vita e della morte delle piante
 rendere piacevole l’immersione nella natura ai nostri visitatori, adattando percorsi che non contrastassero con la naturale conformazione dell’oasi.”

… E IL COLOBRI’

“Il nostro sforzo di conciliazione è stato ripagato – prosegue l’Oasi – . Abbiamo studiato che, mantenendo i colibrì in un ambiente protetto e mettendo a loro disposizione più che sufficienti fiori naturali, per economizzare energia, essi si alimentano principalmente di nettare artificiale, abbondante e facilmente accessibile. Abbiamo prontamente riferito la scoperta alle Autorità scientifiche dell’Ecuador. Qui, come dovunque nelle Americhe, i colibrì sono attirati nei luoghi di turismo ecologico, con la mortale acqua zuccherata, assolutamente inadeguata alle loro esigenze, invece che con il costoso nettare completo di tutti i componenti nutritivi necessari a loro benessere. Ci è stato quindi affidato il compito di studiare una formula economica per sostituire lo zucchero e, contemporaneamente, di aiutare a creare migliaia, forse centinaia di migliaia, di giardini per colibrì, uccelli e mammiferi mangiatori di frutta, in tutte le Americhe tropicali. IL progetto è avviato ormai da un anno e rappresenta una rivoluzione copernicana della conservazione: le popolazioni locali non più passive ma protagoniste nel migliorare la qualità dell’offerta, aspetto che avvantaggerà le loro attività turistiche.”

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