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PAVIA E PROVINCIA 19/03/2020: Scempio di alberi a Villanterio. Abbattuti fusti secolari lungo 3km di sponda del Lambro. Distrutto l’habitat anche di molta fauna

Marzo 19
12:00 2020

PAVIA E PROVINCIA – In tempi di coronavirus tutto il resto passa in secondo piano. Ma quanto accaduto nelle scorse settimane nella zona della provincia di Pavia toccata dal fiume Lambro è qualcosa di impressionante, che merita di essere messo in evidenza.

Si tratta di un evento così grave dal punto di vista naturalistico da aver indotto molte associazioni che, in vari campi, si dedicano alla tutela dell’ambiente, ad agire in modo univoco.

Il fatto si è svolto in particolare nel comune di Villanterio, dove, incredibilmente 3 km di sponda del Lambro sono stati completamente deforestati, con abbattimento anche di enormi alberi secolari.

La scoperta e la denuncia del fatto arriva dal Comitato di Coordinamento Nazionale di Stop Taglio Alberi Italia-STAI (rappresentanza della società civile che tutela i diritti fondamentali e le risorse del Paese attivo sul territorio italiano), e dalle associazioni WWF Lodigiano Pavese, L.A.C. (Lega Anti Caccia) Alto Pavese; e Per i Vivai ProNatura.

Sodalizi che “esprimono la loro profonda indignazione di fronte all’ennesimo scempio perpetuato a discapito del territorio pavese. Nello specifico – spiegano le associazioni – ci riferiamo ad un’area fluviale ubicata nel Comune di Villanterio e, più specificatamente ad un tratto di sponda di circa 3 Km del fiume Lambro meridionale, laddove è stata abbattuta la fascia di il bosco ripariale costituita anche da piante secolari ed altre specie arboreo–arbustive di pregio.”

Le associazioni descrivono la flora che è sparita per sempre dalla Terra.

“Parliamo di alberi che arrivavano ad un diametro di base di 2 m., una circonferenza di più di 5,5 m. e altezze stimate di oltre 30 m. I boschi ripariali, sono quelli che si collocano in prossimità dei corsi d’acqua, assolvono a specifiche funzioni nell’ecosistema infrapponendosi tra il corso d’acqua stesso ed i terreni circostanti.”

“Quest’area – spiegano le associazioni – è soggetta a leggi e vincoli stante il fatto che rappresenta per le sue peculiarità un elemento distintivo e caratterizzante del territorio, già pesantemente deturpato dall’imperversante e irrefrenabile consumo del suolo della provincia in questione. Oltre ad assolvere una funzione prevalente di tipo idraulico, il fiume ed il suo ambiente, rivestono rilevanza paesaggistica ed un ruolo significativo nella salvaguardia dei sistemi ecologici e naturalistici.”

“Per quel che ci risulta ad oggi, l’intervento sarebbe stato eseguito su una proprietà privata che collima con le sponde dopo rilascio di autorizzazione da parte di Aipo, l’Ente interregionale a cui è affidata la gestione del Po (ex Magistrato del Po).”

“Anziché operare un intervento manutentivo accurato, che avrebbe dovuto presupporre un’attenta valutazione preventiva del contesto ed un intervento selettivo, mirato a rimuovere piante pericolanti o specificatamente compromesse – proseguono le associazioni -; si è abbattuto indistintamente qualsivoglia albero utile.”

Gravi i danni globali all’intero ecosistema della zona.

“Nei fatti – aggiungono le associazioni – questo non solo ha solo gravemente compromesso il paesaggio ma ha anche prodotto un’alterazione duratura dei luoghi e dell’habitat naturale con potenziali ripercussioni sull’intero ecosistema di quel tratto di fiume. Gli effetti indotti sono a domino. Ha significato intaccare la biodiversità di quel tratto di fiume innescando implicazioni dirette ed indirette sulla fauna selvatica. In primis, gli uccelli con l’aggravante che ciò è avvenuto nel loro periodo di nidificazione. Oltretutto, l’alterazione dello stato naturale delle sponde potrebbe incidere anche sulla stabilità delle sponde determinando un effetto contrario a quello originariamente atteso.”

Le associazioni si dicono “sbigottite nel constatare che Aipo, che oltre a perseguire criteri di salvaguardia idraulica non riversi altrettanta attenzione anche gli aspetti più propriamente naturalistici ed ambientali. Ciò stride pensando che l’Ente in questione è soggetto promotore del progetto “C.A.L.Me 2”, progetto di finalizzate alla tutela e al potenziamento del corridoio ecologico fluviale del Lambro Meridionale e del Contratto di Fiume per realizzare tali intenti con i Comuni fluviali interessati.”

Al fine di prevenire nuovi disboscamenti selvaggi, le associazioni auspichino “l’immediata adozione di prescrizioni più stringenti per richiamare l’osservanza stringente di leggi e regolamenti, piuttosto che interventi di controllo puntuali sul campo prima degli interventi ed in corso d’opera. Ciò al fine di prevenire danni similari a quelli documentati che vanno a discapito dei beni collettivi. È necessaria attuare una condotta di tutela più diligente.”

Per le “suddette ragioni”, le associazioni ambientaliste coinvolte concludono dicendo che si ”riservano di operare ulteriori approfondimenti ed azioni del caso in tutte le sedi utili.”

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