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VOGHERA 10/07/2019: Chiusura estiva di Ginecologia e Ostetrica. Mobilitazione generale in città. Lunedì il consiglio comunale con le future mamme

Luglio 10
18:24 2019

VOGHERA – Oramai è mobilitazione generale nella città di Voghera per scongiurare la chiusura estiva del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale cittadino: appelli pubblici delle future mamme, raccolta di firme, interpellanze in consiglio comunale.

La seduta del consiglio si terrà lunedì sera. Nel programma scritto dal presidente Nicola Affronti, c’è un Ordine del giorno firmato dalla maggioranza in cui “Il Sindaco, l’Assessore con delega all’Osservatorio Sanità, il Presidente del Consiglio e l’Amministrazione tutta”, si impegna, “ad operarsi con la Direzione Generale dell’A.S.S.T. di Pavia nell’interesse della Cittadinanza affinché venga scongiurata la chiusura di un reparto essenziale quale l’U.O.C. Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Civile di Voghera”, perchè “La chiusura del Reparto in questione avrebbe indubbie ripercussioni negative anche in termini di accesso al Pronto Soccorso ai fini della gestione dell’utenza ostetrico-ginecologica”; e perchè “Nel caso di urgenze chirurgiche presso l’Ospedale di Voghera che richiedano la presenza immediata del ginecologo, potrebbe esserci il rischio di non vedere garantita tale specifica assistenza”.

“L’ordine del giorno – spiega il presidente Affronti – è stato messo all’ultimo punto perché così prevede il regolamento, ma poi proporrò di spostarlo se tutti sono d’accordo al punto 4. Comunque sono in contatto anche con le future mamme che parteciperanno al Consiglio comunale di lunedì.”

Nella stessa seduta l’interpellanza del Pd e della lista Ghezzi. “È inconcepibile – protesta la consigliera Ilaria Balduzzi -: sia la chiusura di Ginecologia a Voghera; che di Ortopedia a Stradella, pur assolvendo ai livelli minimi di utenza. È inconcepibile che Asst non riesca ad organizzare anche solo per i mesi estivi il servizio in maniera adeguata avendo come unica soluzione la chiusura . Le ferie estive sono eventi programmabili anche in organizzazioni con molti meno dirigenti e direttori generali.”

Sul caso interviene anche il consigliere regionale Giuseppe Villani del Pd: “ Non è pensabile chiudere, per un’evidente incapacità organizzativa,anche solo per i mesi estivi, la maternità dell’ospedale di Voghera creando, all’improvviso, un disagio enorme alle future mamme. Per la sua configurazione il territorio ha bisogno della maternità di Voghera così come ha bisogno di quella dell’ospedale di Stradella. Entrambe devono continuare a vivere”.

Oltre a ciò, in tutta la città si sono moltiplicate le raccolte firme per chiedere di non chiudere i reparti: migliaia le sottoscrizioni già arrivate.

Infine un gruppo di future mamme ha scritto una lettera aperta.

“Eccoci qui, quasi mamme, 15 giorni, un mesetto o poco più e stringeremo il nostro cucciolo fra le braccia. Non vediamo l’ora che accada, immaginiamo spesso il momento clou, a come saranno i dolori, come reagiremo, come si comporteranno i nostri compagni, come sarà il travaglio, il parto. Quante cose, quanti pensieri e emozioni che si accavallano, che esperienza la gravidanza. Una donna in gravidanza ha 9 mesi per prepararsi a quello che sarà il cambiamento più radicale della sua vita, sceglie il nome del suo piccolo, sceglie la stanza, i prodotti per l’igiene, i giochi, pannolini, cremine ma soprattutto, già dall’inizio di questo percorso, la scelta più importante valutata con cura e fiducia: il ginecologo e la struttura dove partorire. E noi abbiamo scelto Voghera. In questi 9 mesi abbiamo avuto un punto di riferimento, siamo state seguite medicalmente, psicologicamente e soprattutto umanamente. Abbiamo riposto fiducia e abbiamo imparato a conoscere quella struttura che diventerà la nostra “casa” per quei giorni unici e intimi dove ci sentiamo appunto “a casa”. E adesso? Cos’è cambiato? È cambiato che, grazie agli articoli usciti nei giornali in questi giorni, siamo venute a conoscenza del fatto che molto probabilmente non potremo partorire nell’ospedale che avevamo scelto per un accorpamento con un ospedale, quello di Stradella, che ha un bacino di utenza di un terzo di quello vogherese, che al contrario ha una storia importante per attività e organizzazione, un riferimento per molte mamme lombarde e piemontesi, dopo la chiusura dell’ospedale tortonese. Un ospedale che non conosciamo, con medici che non conosciamo e che non conoscono noi, un ospedale che, a vedere dal sito internet, non dispone della rianimazione. Qualcuno dice : “ma quando partorisci non serve la rianimazione” e chi ce lo assicura che avremo un parto tranquillo e sicuro e che i nostri cuccioli stiano bene? Come possiamo stare serene noi quasi mamme, alla fine di questo percorso, che ci sentiamo dire “non c è la sicurezza che potrete partorire nell’ospedale che avete scelto”? Coloro che hanno preso questa decisione non hanno tenuto conto di noi pazienti, ci stanno togliendo un punto fermo, un aiuto, un luogo per noi ritenuto sicuro.. Noi non vogliamo andare in un ospedale che ci dà solo paure e pensieri, se proprio non sarà possibile partorire a Voghera, ci recheremo a Pavia anche se per noi scomoda logisticamente, dove saremo solo una serie di numeri tra tanti, ma almeno andremo in una struttura più attrezzata e più sicura per noi e per i nostri piccoli che sono la nostra priorità, come dovrebbe esserlo ogni paziente, anche se questa scelta in pratica obbligata, ci lascerebbe perplesse e con un grandissimo rammarico nel cuore per non essere potute andare a Voghera.

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