VOGHERA 06/05/2019: “Insegnare libertà”. Presentato in Biblioteca il libro di Massimo Castoldi
VOGHERA – A pochi giorni di distanza dall’anniversario della Liberazione grande partecipazione alla presentazione, promossa da Anpi e Fivl, del testo “Insegnare libertà”che racconta della lunga e tenace battaglia condotta da maestre e maestri antifascisti, negli anni della violenza squadrista e successivamente all’interno delle scuole durante il regime.
Corrado Stajano sul Corriere della Sera lo ha definito “Un libro amaro, doloroso, commovente, utile a far capire perché quel passato deve davvero passare per sempre, soprattutto oggi che il fascismo sembra venga guardato con indulgenza…”
E’ una pagina oscurata – come afferma l’autore, Massimo Castoldi – sulla quale è importante approfondire la ricerca e la conoscenza.
I 12 maestri ricordati sono figure con età, storie, culture e appartenenze politiche diverse ma che hanno in comune il rifiuto di piegarsi ad un ruolo di semplici funzionari/propagandisti del regime.
Sono 8 uomini e 4 donne che, tra l’altro, si espongono in modo più netto pagando duramente.
Le storie di questi maestri sono costellate di violenze, repressione, licenziamenti, arresti, fino alla morte: sono cinque i maestri ricordati nel libro che verranno uccisi dai fascisti – tra il ’21 e il ’26 il socialista Cammeo, l’altoatesino Innerhofer, il popolare Cessi, mentre il socialista Principato è tra i 15 partigiani fucilati a Pizzale Loreto dagli sgherri della “Muti” il 10 agosto 1944 e la cattolica Anna Botto muore a Ravensbruck.
Alcune figure ricordate nel libro interessano la nostra provincia: Fabio Maffi (S. Zenone Po) quasi sessantenne alla nascita del fascismo non rinuncia ad opporsi e Aurelio Castoldi (Pavia) militante socialista, scrive su “La Plebe” dal ’19 al ‘24, aggredito e costretto a bere l’olio di ricino dai fascisti, il fratello è presente all’assassinio di Ferruccio Ghinaglia, scriverà testi teatrali per l’infanzia. Entrambi legati dall’attività nella produzione del Dizionario enciclopedico moderno e dell’Enciclopedia del ragazzo italiano. Infine Anna Botto, alessandrina di nascita, insegna in diverse sedi, fino ad arrivare a Vigevano nell’ottobre ’40. Dopo l’8 settembre ha alle spalle 27 anni di scuola e 47 anni: sceglie la Resistenza con immediatezza. Scrive l’epitaffio per Giovanni Leoni (primo fucilato per rappresaglia nell’ottobre ’43) e porta i suoi alunni alla messa in suffragio del partigiano Carlo Alberto Crespi (fucilato a Varallo). Arrestata a scuola viene deportata e uccisa a Ravensbruck
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