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PAVIA OLTREPO 24/06/2017: Siccità la Provincia chiede lo stato di calamità. Intanto fioccano le ordinanze e le autobotti riforniscono gli acquedotti. Altre soluzioni da Coldiretti (che propone di riempire le cave e da Lagambiente (che diffonde un “decalogo”)

Giugno 24
11:07 2017

PAVIA OLTREPO – “Faccio un invito a tutti i cittadini: non sprechiamo l’acqua, ho emesso un’ordinanza per innaffiare dalle ore 22 alle ore 6. Vi prego di rispettarla perché siamo in emergenza idrica”. Così il sindaco di Rertorbido poche ore fa ha comunicato ai residenti l’ordine di risparmiare l’acqua.

“Non voglio creare allarmismi – ha aggiunto Isabella Cebrelli – però la situazione è delicata più degli altri anni per cui vi prego di attenervi alle disposizioni. Anzi vi chiedo di diffondere la voce affinché tutti rispettino l’ordinanza per evitare che anche il nostro paese rimanga senz’acqua come purtroppo sta accadendo nei paesi vicino a noi.”

E in effetti l’Oltrepo pavese, e non solo lui, di fronte ad una siccità che si profila storica e che promette danni ingenti al territorio sotto molti aspetti (agricoli, ecologici in generale, turistici…) si sta attrezzando.

Le autobotti stanno infatti procedendo a rifornire gli acquedotti di alcuni Comuni già rimasti a secco. Rifornimenti sono stati fatti a Godiasco Salice Terme, Cecima, Ponte Nizza, Serra del Monte, Trebbiano, Sant’Alberto di Butrio, Poggio Ferrato, Menconico e anche a Casteggio.

Sul caso si mobilita anche la politica, che chiede lo stato di calamità. Richiesta inviata dalla Provincia alla Regione e allo Stato.

Richieste motivate dalla preoccupazione che arriva in primis dal mondo agricolo, preoccupato per il livello dei laghi (il Maggiore, che “è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli dell’anno scorso”; e quello di Como, dove di cm ne mancano 35 rispetto allo stesso periodo del 2016); e del Po, che è sceso fino 3 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca a Pavia.

“Questo inverno – spiega – spiega Wilma Pirola, Presidente di Coldiretti Pavia, che monitora i principali bacini e la rete idrografica della regione – abbiamo avuto l’80 per cento di piogge in meno, la primavera non è andata molto meglio e l’estate sembra iniziata male dal punto di vista delle acque. E la situazione potrebbe peggiorare ancora se non dovesse piovere in maniera costante nei prossimi giorni e settimane”.

In attesa di vedere cosa accadrà in cielo (le previsioni dicono che domani potrebbe piovere, vedi sotto altro nostro articolo), Coldiretti pensa alle contromisure legate sulla creazione di riserve strategiche di acqua, come già esistono quelle di gas e petrolio.

“Usando solo il 10% di tutte le cave dismesse presenti in regione – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – si potrebbero creare bacini per 90 milioni di metri cubi di acqua, una misura pari alla metà di tutto il Lago di Como oppure a quasi una volta e mezzo quello di Iseo. Riusciremmo a garantire l’acqua ai campi anche nei momenti di maggiore difficoltà estiva e potremmo recuperare dal punto di vista ambientale diverse aree della nostra regione, creando anche posti di lavoro”. In Lombardia la provincia con il maggior numero di cave dismesse è Pavia con 952 siti.

Sulla prevenzione si esercita anche Legambiente Pavia che diffonde il suo decalogo. Buona lettura

SOS ACQUA – LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE

-Agricoltura

Sul fronte agricoltura, prima vittima di questa emergenza siccità, occorre ripensare ad una riconversione del sistema di irrigazione dei terreni agricoli (quasi totalmente fondato sulla modalità ad aspersione o a pioggia) puntando a sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata e rivedere completamente il sistema di tariffazione degli usi dell’acqua, con un sistema di premialità e penalità che valorizzi le esperienze virtuose. Occorre poi ragionare sugli scenari futuri di riconversione agricola verso colture meno idroesigenti, o comunque adeguate alle condizioni climatiche e alle disponibilità idriche del territorio.

-Riuso dell’acqua

Per ridurre i prelievi di acqua e gli scarichi nei corpi idrici ricettori, occorre praticare il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, così come nell’industria. Ma per farlo è ormai urgente modificare il decreto del Ministero dell’ambiente n. 185/2003 sul riuso dell’acqua.

-Risparmio ed efficienza

Sul piano della gestione della risorsa è necessario che le Regioni mettano in campo politiche indirizzate verso il risparmio e l’efficienza nell’uso dell’acqua. Oggi i nuovi Piani di gestione a livello di distretto idrografico, calati poi nei Pta (piani di tutela delle acque regionali), devono prevedere strumenti concreti che si trasformano in piani di gestione locale, indirizzati al risparmio e alla tutela quantitativa della risorsa idrica.

-Controlli

Occorre, inoltre, rendere sempre più efficace il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali e di quelli repressivi da parte delle forze dell’ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde, così come occorre aggiornare il censimento dei pozzi di prelievo idrico ed irriguo. E’fondamentale ammodernare gli acquedotti per ridurre le perdite delle reti di distribuzione e gli sprechi nel trasporto della risorsa idrica. Altro problema riguarda poi le perdite delle reti di distribuzione. Stando ai dati Istat, nel 2015 è stato quasi il 40% dell’acqua immessa in rete a non raggiungere l’utente finale nei comuni capoluogo di provincia, 2,8 milioni di metri cubi al giorno, un dato addirittura peggiorato dal 2012 in cui era il 35% circa.

-Sostenibilità in edilizia

Molti comuni già lo stanno facendo obbligando e/o incentivando azioni come le cassette w.c. a doppio scarico e l’utilizzo dei riduttori di flusso. Una buona pratica che fa bene e che andrebbe replicata su tutto il territorio. Mettere in pratica azioni per il risparmio della risorsa idrica nelle case (attraverso la raccolta della pioggia e la separazione, trattamento e riuso delle acque grigie), così come nelle attività industriali e agricole, e adottare dei regolamenti edilizi per la riqualificazione degli edifici anche dal punto di vista idrico sono scelte obbligate e fondamentali, per una concreta politica di tutela della risorsa. Ma soprattutto sono interventi a basso costo, da parte delle amministrazioni, che consentono da subito risultati concreti.

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