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Esclusiva Tribunapoliticaweb.it . Salvini “concreti per tornare a governare. Il vecchio centrodestra soffocato dalle stanze segrete”

Febbraio 15
09:05 2017

ROMA – Intervista esclusiva di Tribunapoliticaweb.it al segretario della Lega Nord Matteo Salvini

di Dario Tiengo – Matteo Salvini , compirà 44 anni il prossimo 9 marzo. Segretario federale della Lega Nord dal dicembre 2013, europarlamentare, consigliere comunale di Milano. La militanza nella Lega Nord inizia nel 1990 a soli 17 anni. A 20 anni diventa consigliere comunale di Milano. La sua storia politica segna il passaggio più importante con la vittoria alle primarie degli iscritti il 7 dicembre 2013 contro Umberto Bossi, diventando segretario (per maggiori informazionihttps://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Salvini )

Ha portato la Lega Nord ad avere una percentuale di elettori mai raggiunta a livello nazionale superando Forza Italia. Molto presente mediaticamente, Salvini spesso ha scandalizzato per dichiarazioni “forti” (famosa quella sulle ruspe ndr), per la sua strategia sulle alleanze e per dichiarazioni particolarmente ‘irreverenti’verso personaggi istituzionali. Uno per tutti l’ex Presidente Napolitano.

Abbiamo intervistato Matteo Salvini fuori dallo schema dei talk show, del contraddittorio urlato. Ci ha risposto con precisione e la sua solita determinazione. Abbiamo così deciso di pubblicare l’intervista integralmente come contributo alla riflessione su quella che è oggi la Lega Nord e il suo leader Matteo Salvini.

Lei ha affermato che se diventasse Ministro dell’Interno in sei mesi sistemerebbe le cose. Mi dice 5 provvedimenti che applicherebbe subito?

Detta così sembra che io mi creda chissà quale genio della politica, niente di più lontano da me. Il punto è che non ci vuole un’intelligenza superiore per capire che con quattro milioni di poveri come l’Italia non può permettersi di spendere 4 miliardi all’anno delle sue risorse, sostanzialmente senza contributi europei, per ospitare immigrati.

Occorre immediatamente invertire la tendenza e lo si può fare domani mattina, basta avere la volontà di farlo: bloccare gli sbarchi, organizzare nelle acque internazionali quelli che non un pericoloso leghista, ma Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi e Difesa, chiama “respingimenti umanitari”. In sostanza si tratterebbe di concentrare l’accoglienza in acque internazionali con navi ad hoc, dove si tutela la salvezza delle persone, ma si impedisce che sul territorio nazionale metta piede chi non ha titolo per ottenere la protezione internazionale.

Sono i dati del Viminale infatti a certificare che per un richiedente asilo che riceve lo status di rifugiato, sono la maggioranza coloro che vengono “diniegati” in quanto semplici migranti economici. Peraltro è urgente ristabilire accanto alla sicurezza anche un principio di giustizia sociale per cui per ogni euro speso per l’accoglienza in uno Stato normale ne deve spendere almeno dieci per le politiche a sostegno degli italiani: nel lavoro, per la maternità, nelle scuole. Certo, nessuno si illude con queste misure di risolvere un problema epocale come quello delle migrazioni, ma almeno verrebbe governato. Oggi invece siamo nel caos.

 

La finanza e le banche sono spesso al centro del suo obiettivo. La politica spesso rivela subalternità. Quale soluzione propone?

Prima di tutto aiuterebbe un Governo non sostenuto dalle lobby finanziarie, senza ministri che hanno fatto fortuna in Goldman Sachs e non sanno nemmeno quanto costa un litro di latte al supermercato. In secondo luogo nel nostro programma c’è la legge sulla separazione bancaria tra gli istituti d’investimento e quelli speculativi, così da garantire i risparmiatori da nuove tragedie come quelle che si stanno consumando in Toscana.

 

 Bossi ogni tanto la rimprovera. Maroni ha affermato “Salvini deve parlare con Berlusconi, che è l’unico dominus del centrodestra”. Quali difficoltà crede siano più forti nei rapporti all’interno del centrodestra?

Bossi mi ha sempre rimproverato, fin dai tempi in cui mi occupavo solo di organizzare gazebo a Milano, nel libro che ho scritto racconto come all’epoca mi chiamasse a tarda notte, peraltro svegliando i miei genitori, solo per dirmi che avevo sbagliato in questo o in quello. Insomma, ai rimproveri di Bossi ci sono abituato, li ascolto come ascolto sempre con interesse le opinioni di Maroni che in passato ha sempre saputo ben gestire i delicati equilibri del centrodestra.

Tuttavia penso che quel vecchio centrodestra sia soffocato proprio perchè troppo affezionato alle segrete stanze degli accordi: per tornare a governare dobbiamo imparare dagli errori del passato, occuparci di programmi concreti e di coinvolgere sempre più persone nella nostra lotta di liberazione. In due parole: piattaforma coerente e primarie per la leadership.

Andare alle elezioni da solo o con Fdi è un rischio forte. C’è chi sostiene che lavorare solo sulla protesta regali voti al M5s. Che ne pensa?

L’incubo del Movimento Cinque Stelle al Governo io non ce l’ho, se prenderanno un voto in più di noi gli farò i complimenti: è la democrazia bellezza. Rispetto a loro , noi abbiamo deciso di incamminarci sul più difficile sentiero di costruire una vera alternativa di Governo con un’agenda non negoziabile su euro, immigrazione, federalismo, lavoro, rivoluzione fiscale con flat tax al 15%. Il Cinque Stelle invece mi pare tentato dalle sirene centriste, sia in Europa dove voleva andarsi a sedere nello stesso gruppo di Mario Monti, sia in Italia dove non ha mai preso una posizione forte a difesa dell’interesse nazionale.

Lei raccoglie disagi reali, che attraversano il nostro Paese, a cui dà voce. Non crede però che  con un linguaggio aggressivo si corra il rischio di avviare processi che scalvachino la politica sfociando nella violenza?

Io qualche volta ammetto di non limare le parole, fa parte della mia natura, ma attenzione a parlare di linguaggio aggressivo perchè mi sembra si sia ormai consolidata un’interpretazione giornalistica molto pericolosa per cui se non aderisci alla visione politicamente corretta di questa o quella questione politica sei etichettato automaticamente come fobico di qualcosa: “xenofobo”, “omofobo”…etc.. Io non sono fobico proprio di niente, io segnalo dei problemi e delle contraddizioni che incontro nelle piazze, casomai è chi nega le evidenze della realtà a svilire il dibattito politico e legittimare interpretazioni pericolose della lotta politica.

Cosa può fare la Lega per il Sud? …

I giornali scrivono che la Lega è sbarcata al Sud, ma la verità è che sono state le migliaia di cittadini del mezzogiorno che da anni mi scrivono a convincermi nella scelta di dare il mio nome al movimento “Noi con Salvini”, nato senza un euro grazie all’entusiasmo di persone che non vogliono più essere rappresentate da una classe politica che ha fallito a tutti i livelli. La sintonia tra noi è nata su questa voglia di emanciparsi e si è rafforzata sulla base di idee comuni come l’urgenza di riappropriarci della sovranità monetaria, la vergogna della riforma Fornero, la necessità di una svolta federalista radicale che riporti il potere vicino ai cittadini…Su queste fondamenta è iniziato il cantiere del Sud che giorno dopo giorno cresce in partecipazione ed entusiasmo: presto se ne accorgeranno anche i baroni della politica meridionale.

Crede alla globalizzazione? E se sì a che condizioni?

La globalizzazione è un’ideologia e io non credo alle ideologie perchè cercano di chiudere il mondo in un circuito chiuso, dove si preferisce oscurare la realtà di un fatto ogni volta che confligge con il teorema guida. Ma è sufficiente fare lo sforzo di silenziare la propaganda pubblicitaria per accorgersi che la globalizzazione si legittima solo sulla gigantesca illusione ottica del progresso tecnologico nelle comunicazioni che da a tutti l’illusione di vivere a contatto con realtà lontanissime, dimenticando che nella storia il meglio dell’umanità si è espresso solo grazie a ostinati processi di radicamento su un territorio preciso: dal rinascimento al boom economico degli anni ’60, la fortuna delle civiltà si determina dalla loro capacità di produrre ricchezza e di difendere la propria autonomia politica.

L’ideologia globalista invece, mentre nasconde i suoi scheletri dentro l’armadio della schiavitù delle masse produttrici in Estremo Oriente, pretende di distribuire la ricchezza in Occidente secondo il metodo feudale del rapporto diretto tra sudditi e Principi delle multinazionali, per questo soffoca l’iniziativa privata e smantella le forme di democrazia e le conquiste sindacali dei lavoratori. Trump ha vinto perchè ha avuto il coraggio di gridare che il re è nudo e spero che la sua vittoria sia l’inizio della fine di questo triste e alienante medioevo globale.

L’ Europa occidentale viene da una lunga fase di pace durata 70 anni.  Non teme che nazionalismo e protezionismo possano far tornare a scontri economici, politici e infine militari?

Questa argomentazione viene spessa usata come ricatto da parte dei sacerdoti dell’euro: ricatto, minaccia o intimidazione, comunque presuppone una malafede di fondo. Altrimenti sarebbe evidente che il problema per la pace non sarebbe certo un’Europa che si rifonda su basi di sovranità e democrazia, ma questa Unione Europea che sta affamando i popoli in nome di freddi e demenziali algoritmi finanziari.

 

Junker ha affermato che l’unione europea non può permettersi di non fare pagare un prezzo salato per la Brexit,  pena lo scatenarsi di forze disgregatrici nell’Unione stessa. Che ne pensa? E che Europa vuole?

Prima di tutto ricordiamoci che il signor Junker nella sua carriera politica precedente alla Commissione è stato votato da cittadini europei solo come premier del Lussemburgo. Ecco , con tutto il rispetto per il fiero mircostato mittle-europeo, conosco consiglieri di zona di Milano che hanno una legittimazione democratica molto più radicata della sua.

Dico questo perchè al referendum per la Brexit hanno invece votato milioni di cittadini inglesi e non ci vuole un approfondito studio per capire da che parte stare: con la democrazia o contro la democrazia. Io la mia scelta l’ho fatta, presto la faranno i cittadini francesi ed entro il 2018 la faranno anche gli italiani. Dopodichè ognuno si prenderà le sue responsabilità davanti al futuro e davanti alla Storia.

 

Marine Le Pen e Trump sono per lei due esempi di leadership positiva. Quali sono le caratteristiche che apprezza di più?

Sono due personalità molto diverse tra loro e molto diverse dalla mia, però credo che entrambe rappresentino l’emergere di una verità che troppi editoriali di troppi intellettuali lunari hanno cercato invano di seppellire: i popoli sovrani. Quanto alla leadership dei due credo che gli elettori apprezzino molto la coerenza dei programmi e dei problemi denunciati che non sono pure astrazioni della politica, ma realtà vive e concrete nell’agenda delle persone comuni. In una parola, del popolo.

 

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