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VOGHERA 19/09/2016: Licenziamenti Cameron-Grove. Sciopero e trattative in corso. La politica si mobilita. Tutti con i lavoratori e per chiedere al Governo di intervenire. La Lega attacca anche la dirigenza: “Lo sanno cosa stanno producendo?”

Settembre 19
17:11 2016

cameron grove sciopero Jeff Conley  600VOGHERA – Prova di forza questa mattina dei lavoratori della CameronGrove di Voghera dopo l’annuncio venerdì dei 160 licenziamenti programmati dalla proprietà americana.

Sin dalle 7 del mattino i lavoratori supportati dal decine colleghi operai provenienti da altre realtà, non hanno attivato la produzione ed bloccato l’ingresso a via Betto ad ogni camion che doveva entrare nella ditta.

Guardati a vista da un presidio formato da polizia e carabinieri, i lavoratori hanno accolto con applausi di schermo e qualche volta insulti i dirigenti.

Preso a fischi ance in grande capo, plant manager, dello stabilimento vogherese, JeffConley (nella foto in camicia  bianca). Anche lui come tutti gli altri è stato respinto ai cancelli e per tutta la mattinata è rimasto nel parcheggio esterno in attesa delle decisioni prese dai sindacati. Unico ad essere accolto bene (con applausi) l’Amministratore delegato SergioPastorino, che è entrato ed è rimasto sempre in contatto, facendo da ponte, fra i lavoratori e la proprietà e organizzando un incontro fra le parti nel pomeriggio alla sede della confindustria di Voghera.

Impegnatissimo il sindacato.

“Siamo riusciti a muovere una grande massa di lavoratori che neanche noi pensavano – ha spiegato Marco Patrese della Rsu Fiom interna alla Grove -. Abbiamo avuto l’appoggio di tantissimi e anche di quei colleghi che non ci stavano seguendo . Una volta emerso il documento venerdì – aggiunge Patrese – in cui si indicavano le posizioni che venivano eliminate, sono usciti con noi e da quel momento è partito il tutto.”

Nonostante ciò alcuni irriducibili ci sono ancora, e questa mattina non facevano parte del gruppo grosso che bloccava gli accessi allo stabilimento.

“Sicuramente c’è ancora qualcuno che pensa di essere salvo – commenta il sindacalista della Rsu interna -. Il problema è che il rapporto è talmente squilibrato che non possono pensare di reggere lo stabilimento solo loro. Non siamo infatti preoccupati perchè non c’è un piano industriale e chi rimane lo fa ma con che prospettive?”

La mobilitazione dunque prosegue, anche se la sua intensità la darà l’incontro di oggi.

Il programma “base“ è quello di bloccare la produzione al oltranza con presidi ai cancelli anche notturni.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Sul posto questa mattina diversi politici in supporto dei lavoratori.

“Siamo qui oggi per esprimere solidarietà ai lavoratori e per esprimere una preoccupazione, che riguarda non solo la Cameron ma tutta questa questa zona – ha detto il consigliere regionale GiuseppeVillani del Pd –. Sicuramente la situazione della Camorr non può finire così: 160 posti di lavoro, che si aggiungono a quanto già accaduto negli ultimi mesi e negli ultimi anni, sono veramente troppi e rischiano di dare un colpo all’economia complessiva di questa zona. Noi riteniamo che ci sia possibilità per riaprire la questione. E riteniamo che si possano usare in modo diverso gli ammortizzatori sociali e che si possa costruire un piano industriale serio riaprendo la questione anche guardando avanti rispetto al ruolo di questa fabbrica”.

Presente anche Chiara Scuvera, parlamentare Pd.

“Come commissione attività produttive della Camera stiamo seguendo questa crisi e abbiamo subito presentato un’interrogazione chiedendo un intervento del Governo. Bisogna muoversi sul fronte degli ammortizzatori sociali ma anche, importantissimo, sul fonte del piano industriale. Ora vedremo cosa uscirà dagli incontri tra i sindacati e l’azienda. Per parte nostra solleciteremo e stiamo sollecitando dei tavoli istituzionali sia in sede nazionale che regionale. Siamo al fianco dei lavoratori e del territorio”.

“Come Pd cittadino siamo al fianco dei lavoratori e di chi oggi è qui a lottare per il proprio posto di lavoro.- ha detto invece AlessandriaBazardi, segretario del Pd iriense -. In questo abbiamo avuto subito l’appoggio dei nostri riferimenti istituzionali per il partito, sia a livello regionale che parlamentare. Oggi siamo qui, anche con sostegno del candidato PierEzioGhezzi per fare qualcosa che vada al di là della solidarietà e che possa salvaguardare l’occupazione nonché scongiurare la chiusura di una delle più importanti aziende del territorio”.

Ai cancelli della Cameron anche il sentore della LegaGianMarcoCentinaio.

“Vista la situazione molto grave e visto il rischio che qua si rischia di chiudere tutto nel giro di pochi anni, quello che mi sento di fare è: capire se in Prefettura hanno intenzione di aprire un tavolo. Capire cosa diranno al tavolo di oggi pomeriggio. E soprattutto, insieme agli altri parlamentari, far pressione sul Ministero per far sì che l’azienda si confronti il più velocemente possibile e si riesca a salvare i posti di lavoro. A me – ha aggiunto Centinaio – non interessa che mandino in pensione le persone, o che le accompagnino chissà dove. A me interessa tutelare i posti di lavoro. Se vogliono mandare in pensione qualcuno devono assumere qualcun altro. Il mercato c’è. Fanno un prodotto che in giro per il mondo è richiesto. Non vedo perché non riescono a star dietro al mercato. E quindi la domanda che mi faccio è: ma la dirigenza di questa azienda sa cosa sta producendo e vendendo, oppure no?”.

La vicenda è stata commentata anche dal sindaco sospeso Carlo Barbieri (FI).

“La drammatica situazione che stanno vivendo in queste ore molti lavoratori della Cameron e della Leeden mi preoccupa e mi rammarica molto. È’ indispensabile di fronte ad una situazione di emergenza di queste proporzioni un impegno della politica vero e risolutivo. Sono in questo momento molto vicino ai lavoratori e chiedo fortemente agli americani della Schluberger Company proprietari delle due aziende vogheresi di non fare gli imprenditori solo quando le cose vanno bene ma di essere responsabili e riconoscere ai lavoratori interni ma anche a tutte le aziende che operano nell’indotto la serietà e la fiducia che hanno sempre dimostrato”.

“Cameron ..Maisons du Monde..sono solo gli ultimi agghiaccianti colpi al nostro territorio ed alla nostra gente ed alla nostra economia…dallo zuccherificio al tribunale passando per tante piccole e medie attività. Inutile dare la colpa oggi alla politica locale che tutti sappiamo più di tanto non può fare anzi sono sempre sforzi ed è stata in più bloccata dal patto di stabilità. Finché il Governo non abbasserà la pressione fiscale e il costo del lavoro e non si adotteranno incentivi anche per non far scappare le produzioni e le imprese all’estero continueremo a scivolare”, ha commentato invece Marina Azzaretti.

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