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VOGHERA 22/07/2016: I funerali di Gianna e Angelo vogheresi vittime a Nizza. Gli strali del Vescovo… dell’Uomo Vittorio Viola… contro il terrorismo. “Uso esecrabile e blasfemo del nome di Dio”. “Siamo schifati dall’utilizzo del nome di Dio mentre si dà la morte” (IL VIDEO)

Luglio 22
20:32 2016

funerali vittime nizza piazza duomo vogheraVOGHERA – Un funerale solenne ma pieno di dolore, dignità, compostezza, a partire dalla richieste dei familiari di non effettuare riprese all’interno della Chiesa. Ma anche un funerale con tanta voglia di giustizia, una giustizia vera, profonda, forte, che porti davvero a punire i colpevoli ma soprattutto a far cessare l’immane violenza che sta avvelenando il MondoNizzaVoghera.

Un funerale, quello di oggi nel Duomo di Voghera di Gianna Muset e Angelo D’Agostino, marito e moglie morti il 14 luglio scorso su un lungomare francese per mano di un terrorista islamico, perfettamente interpretato dal vescovo di Tortona monsingor Vittorio Viola (coadiuvato dal parroco del Duomo Gianni Captini e dagli altri parroci della città), un vescovo visibilmente combattuto fra l’essere Uomo, in carne ossa e sentimenti, desideroso di giustizia terrena, concreta, dura; e l’essere Uomo di Chiesa, Uomo di Dio, chiamato ad accettare e a far accettare, sublimandolo in qualche modo, il dolore, a chi lo ha subito, vissuto, a chi ne è stato devastato.

“Non siamo qui per dire parole di condanna… – ha esordito l‘Uomo di Chiesa monsignor Viola, lasciando però subito spazio all’Uomo Vittorio -… anche se dovranno essere dette parole forti di condanna per la follia cieca, per l’uso esecrabile e blasfemo del nome di Dio mentre si toglie la vita a persone innocenti. Non siamo qui per reclamare giustizia – ha detto ancora lacerato il Vescovo quasi sopraffatto dall’Uomo Vittorio -. Anche se dovremo levare parole alte per reclamare giustizia, perché i nostri Stati possano custodire la sicurezza di ciascuno di noi e perché non accada mai più che un giorno di festa diventi un giorno di lutto.”

Il vescovo, l’Uomo Vittorio Francesco Viola, ha parlato in una chiesa gremita di vogheresi. Ha parlato di fronte ai banchi occupati dai figli della coppia, Massimiliano ed Eliano e dagli altri parenti. Di fronte ai feretri di Gianna e Angelo coperti dal Tricolore, sorvegliati da due carabinieri in alta uniforme.

Tutt’attorno la città, le autorità, non solo cittadine. Accanto al vice commissario prefettizio Sara Morrone, il Prefetto Rosa Cesari e il presidente della Provincia Daniele Bosone. In prima fila anche Olivier Brochet, Console Generale della Repubblica di Francia in Milano. Presenti anche l’onorevole Gian Marco Centinaio (unico esponente del Parlamento, assente il Governo) e gli esponenti della politica cittadina. Presenti poi tutti i vertici provinciali delle forze dell’ordine: polizia, carabinieri, guardia di finanza ed anche dei pompieri. In chiesa anche la polizia locale con lo stendardo del Comune.

La cerimonia di oggi in Duomo è stata solenne ma semplice: una messa tradizionale durante la quale sono echeggiate, con tono sempre pacato ma fortissime e dure nel significato, solo le parole del Vescovo, che ha voluto ribadire il concetto espresso all’inizio anche poco prima dell’Eucaristia.

“Eh signore perché piangiamo? Perché piangiamo?” Si è chiesto tormentato il Vescovo citando il passo del Vangelo sull’incontro tra il Risorto e Maria Maddalena (in cui “tutti sembrano essere interessati dal pianto della Maddalena e alla quale anche il Signore stesso domanda: perché piangi?”)

A rispondere per primo è Vittorio.

Piangiamo perché siamo sconcertati da tanta violenza. Da tanto odio cieco. Perchè siamo schifati dall’uso del nome di Dio mentre si dà la morte a persone innocenti”. “Perché piangiamo signore? Chiede e si chiede ancora Vittorio, trattenendo la commozione che sembra voler prendere il sopravvento.

Lo vedi perché piangiamo! – si risponde -. Perchè i giorni che abbiamo vissuto sono giorni in cui abbiamo provato lo stordimento per un mondo che apparentemente sembra in balia dell’odio e della follia”.

Alla fine però prevale il monsignore, prevale Viola il Vescovo di Tortona e Voghera, che deve trovare un senso anche in una morte così folle e ingiusta.

Vittorio Francesco Viola ricordando “alcuni versi bellissimi di Ungaretti” riferiti alla “città di Roma devastata, oppressa da un buio fitto”, dice, “Io non saprei cosa dire. E non saprei come guardarvi se non avessi la certezza che la morte di Angelo e Gianna sta dentro la morte di Gesù Cristo. Sono certo che tanto dolore non può non essere stato anche il luogo dell’amore. Così come sono certo che anche ad Angelo e Gianna è stata data la possibilità, in una frazione di secondo in quell’azione assurda, per trasformare quell’orrore in un’offerta d’amore… per chi? Per voi Massimiliano ed Eliano e per le vostre famiglie.”

“Noi conosciamo il linguaggio dell’amore che è quello dell’incontrarci, dell’abbracciarci, di sentire la nostra voce – ha concluso il Vescovo -. Ma nella fede di Dio noi siamo certi che in questo momento Angelo e Gianna sono viventi e non potranno diventare per noi un semplice ricordo. L’amore è più forte della morte: Angelo Gianna sono viventi in Cristo e noi dobbiamo imparare un modo nuovo, sebbene difficile, per poter parlare con loro, per poterne sentire la presenza”.

All’uscita dei feretri dal Duomo i vogheresi hanno tributato un applauso alla coppia. Poi in molti si sono avvicinati ai familiari per abbracciarli e consolarli.

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