VOGHERA 16/11/2015: Strage di Parigi. Il Pd: “Dolore per le vittime, condanna per i fatti, lucidità nella risposta”
VOGHERA – Il segretario cittadino del Pd Enzo Garofoli (a sx nella foto) interviene sui fatti di Parigi per esprimere dolore per le vittime, condannare per i fatti, ma anche auspicare “lucidità nella risposta”.
Ecco cosa scrive il segretario.
Di fronte ai fatti accaduti a Parigi, il primo atteggiamento corretto è il dolore e il lutto per le vittime, la solidarietà e la commozione per un Paese e una città simbolo della convivenza e dei valori europei.
Subito dopo è opportuna la più totale e ferma condanna per tali barbari attentati che nulla può giustificare.
È indispensabile essere uniti nel ripudio assoluto del jihadismo e del terrorismo islamico, chiedendo a tutti, musulmani inclusi, di far propria una incondizionata e radicale riprovazione.
Infine occorre mettere in campo tutta l’intelligenza, la lucidità e la calma possibili, per capire ciò che sta accadendo e trovare le misure adeguate. Senza gridare o agitarsi: occorre prima pensare e comprendere bene.
Siamo in guerra? La guerra certo esiste, ma principalmente non è la nostra. È quella che i musulmani combattono, prima di tutto, tra di loro. Siamo davanti a una sfida sanguinosa che risale agli Anni Ottanta tra concezioni radicalmente diverse dell’Islam. Una sfida intrecciata agli interessi egemonici incarnati da varie potenze musulmane, una guerra tra islamici senza quartiere, che si svolge su terreni diversi e in cui sorgono ogni giorno nuovi e sempre più terribili mostri: dal Gia algerino degli Anni Novanta alla Jihad islamica egiziana, fino allo Stato Islamico Is.
In questa guerra noi europei e occidentali non siamo i protagonisti primari.
L’obiettivo degli attentati di Parigi è quello di terrorizzarci per spingerci fuori dal Medio Oriente: la vera posta in gioco.
Se ci limitiamo a perdere la testa, invocando vendetta senza capire il contesto, concederemo allo Stato Islamico la resa della nostra civiltà e ci piegheremo al “loro” clima di terrore.
Dobbiamo proteggere la nostra convivenza interna e la qualità della nostra democrazia con una maggiore opera di contrasto coordinata tra polizie conservando un clima sociale il più sereno possibile senza cedere ai richiami dell’odio che brama vendetta, che per rancore trasformerebbe le nostre città in ghetti contrapposti, seminando cultura del disprezzo e inimicizia.
Rendere incandescente il nostro clima sociale e provocare risentimenti significherebbe regalare il controllo delle comunità islamiche occidentali ai terroristi favorendo la loro logica dell’odio proprio a casa nostra. Apparire più forti del loro odio non è buonismo complice, ma fa parte della sfida! Essere o mostrarsi “cattivi” oltre che essere facile, ci trasformerebbe in complici del loro “gioco”.
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