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PAVIA VOGHERA VIGEVANO: – Ci troviamo in un’epoca fortemente digitalizzata dove la realtà virtuale, spesso, si confonde con quella quotidiana. A ben vedere sempre più spesso sembra di ritrovarsi in uno di quei film alla “Matrix” eppure siamo veramente indietro rispetto a tanti altri Paesi. Non si può certo negare l’impegno del Governo nella campagna atta a eliminare il digital divide, ma non siamo certo a un buon livello. Le potenzialità del nostro paese sono davvero tante e ancora non riusciamo a sfruttare nemmeno tutte le risorse della rete. Basta un semplice modem Vodafone, per esempio, per connettersi con le opportunità del web.

Lo sanno bene alcuni giovani talenti italiani ragazzi disoccupati dai 20 a 30 ani che sono stati protagonisti di uno stage europeo. I “cervelloni”, così potrebbero essere definiti questi giovani talenti, hanno avuto la possibilità di sviluppare idee e intuizioni mettendo a punto app, piattaforme culturali, portali multimediali e narrazioni interattive. I porgetti, ben 16, potrebbero diventare materiale utile per creare una start up. Grazie alla Regione, ma anche alla Fondazione Cariplo e al Consorzio Ast Vigevano, questi talenti hanno potuto mettersi alla prova in un ambiente stimolante e attento alle loro intuizioni. I ragazzi hanno infatti lavorato in Francia, Germania, Irlanda, Olanda e Regno Unito per 3 mesi, periodo in cui hanno potuto dare forma ai loro progetti.

Menti brillanti che potrebbero rendere davvero onore al nostro Paese qualora l’Italia fosse disposta a investire e credere almeno un minimo in questi ragazzi, ma purtroppo il discorso non è così semplice. Per quanto queste idee siano grandiose e originali, in Italia manca proprio il tessuto in grado di accoglierle e svilupparle rendendole così operative. Tutto ciò anche per quanto riguarda i capitali in un panorama del credito in Italia ancora in attesa di una reale ripartenza (eccezion fatta per le forme più sicure come il prestito cambializzato). Come dire, non ci sono gli strumenti idonei che riescano a comprendere l’importanza e il valore di queste intuizioni e del lavoro così puntuale di questi, ma anche di molti altri, giovani talenti.

Non ci si lamenti dunque se i cervelli sono costantemente in fuga, dato che è questo il trattamento che viene loro riservato. Hanno ben ragione a scappare all’estero se vogliono avere una possibilità di mettere a frutto la loro bravura e dedizione, dato che il loro Paese non pare ancora in grado di accogliere il loro lavoro.

(redazionale)