CASEI GEROLA 10/04/2012: I residenti dei Comuni alessandrini contro la centrale a biomasse che sostituisce lo zuccherificio. Ecco le ragioni del No
CASEI GEROLA – E’ scontro sulla costruzione a Casei Gerola della centrale a Biomasse. Da un lato c’è il Comune oltrepadano e il resto della provincia di Pavia, che nella realizzazione dell’impianto vede una sorta di risarcimento (in termini di occupazione!) per la perdita della zuccherificio. Dall’altra ci sono diversi Comuni confinanti (molti dei quali ricompresi nella provincia piemontese di Alessandria: da Castelnuovo Scrivia, ad Alzano, a Guazzora, a Pontecurone) che invece vedono nell’impianto solo una fonte di guai.
NOI PIEMONTESI NON INTERPELLATI
I contrari alla centrale, costituitisi anche in Comitato, prima di tutto accusano la provincia di Pavia di averli esclusi dalla decisione. “Siamo stufi – scrivono – di subire le decisioni da furbetti della Provincia di Pavia (e della Lombardia), che collocano al confine con il Piemonte i loro impianti più a rischio”.
PERCHE’ UNA CENTRALE FUORI DALL’AREA EX ZUCCHERIFICIO?
Dubbi i contrari li hanno prima di tutto sulla localizzazione della centrale. “A dispetto del titolo dell’accordo, l’impianto non sorgerà nell’area dell’ex zuccherificio ma occuperà nuovi terreni di cui una parte attualmente a destinazione agricola”. In tema agricoltura poi i contrari ricordano e chiedono: “La legge prevede che una centrale a combustione vegetale abbia un bacino di alimentazione di almeno 70 chilometri tutt’attorno. Invece in un’area ancora più limitata abbiamo ben altre quattro centrali dello stesso tipo: Mortara, Predosa, Voltaggio, Carrosio. Dove reperiranno il materiale vegetale per ben cinque centrali a combustione vegetale?”
PERCHE’ UNA CENTRALE COSI’ GROSSA?
Fra i motivi della contrarietà non sono pochi quelli di carattere tecnico. “Perché – si chiedono i contrari – una centrale così gigantesca, con produzione che sfiora i 50 megawatt, quando le altre centrali a biomassa non superano i 10 megawatt?”. Il loro sospetto è che l’interesse per l’impianto sia più che altro legato al “cogliere in fretta l’opportunità di incassare cospicui contributi pubblici”.
Per questo aggiungono “La produzione energetica nella nostra zona è già altissima e supera i 1.500 MGW, con soprattutto l’apporto delle centrali di Sannazzaro e Voghera. Si sono aggiunte ora centinaia di piccole centraline: a cosa serve quindi questa nuova centrale? A produrre energia o giro d’affari?”
PERCHE’ IL SORGO?
I dubbi dei contrari nascono anche sul tipo di combustibile. “Gli agronomi hanno perplessità sull’utilizzo del sorgo per produrre energia essendo una pianta che è assai umida e richiede tempi lunghi per essiccare”, inoltre “la resa economica per gli agricoltori è assai inferiore a quella della patata o del granoturco”.
PAURA PER LA SALUTE
Parlando di produzione di energia non potevano mancare dubbi circa le ricadute sulla salute. “Bruciare biomasse per produrre elettricità è la peggiore scelta che possiamo fare se si vuole mantenere buona la qualità dell’aria che respiriamo”, scrivono i contrari. “In merito ai fumi – aggiungono – esiste il reale rischio che fonti inquinanti vadano a sommarsi a quelle esistenti”. E poi “nel progetto non sono previste centraline di controllo sulle emissioni in territorio alessandrino”. Ancora “Il nostro territorio nei primi 75 giorni del 2012 ha superato i livelli massimi previsti dalla legge per ben 60 giorni, in alcuni casi quadruplicando la soglia rischio di polveri sottili che è prevista a quota 50. Non sappiamo se i fumi saranno “depurati” nel migliore dei modi; comunque quando si è già oltre ogni soglia, aumentare anche di poco il rischio è demenziale e autolesionista”.
LA CONTRO PROPOSTA
Infine, per i contrari alla centrale a Biomasse di Casei, sarebbe più opportuno creare nell’area ex-zuccherificio un “impianto anaerobico con produzione, assai più pulita, di biogas metano”.
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