VOGHERA 14/08/2018: “il terrore di vivere da immunodepressi”. Lettera aperta di Achille Cester sui vaccini alla senatrice Taverna
VOGHERA – Achille Cester, imprenditore e politico oltrepadano, scrive una lettera aperta alla senatrice Taverna, in merito all’utilità dei vaccini.
“Le scrivo in quanto ho vissuto negli anni 60 da bambino quello che lei vorrebbe far tornare nella sua personale ricerca di un tempo perduto e di una illusoria età dell’oro dove le querce trasudavano miele ed i vaccini e gli antibiotici non servivano perché la gente viveva a contatto di una natura non matrigna ma custode del paradiso terrestre.
Io e mio fratello eravamo bambini un po’ immunodepressi e nostro padre medico aveva il terrore che le malattie esantematiche o il semplice ingrossamento delle tonsille ci portasse via come aveva fatto con sua sorella o le sue cognate. Non frequentammo quindi le elementari come tutti gli altri bambini e una volta l’anno nella bella stagione ci presentavamo a fare gli esami da privatisti in un periodo ormai di sicurezza per mal di gola e varicella .
Se sia servito non lo so, posso dire che mio fratello si ammalò comunque di cancro a 25 anni, ma che grazie alle cure chemioterapiche si è poi sposato ed ha avuto tre figli.
Il suo consiglio di andare a trovare i cuginetti malati per irrobustirci era sempre motivo di grandi discussioni in famiglia tra mio padre e sua madre ed una volta di nascosto lo abbiamo anche messo in pratica.
Io e mio fratello ci siamo ammalati tutti e due di varicella, io sono stato male come non ricordo lo sia mai stato più ne prima ne dopo; mio fratello ha avuto una settimana di passione con la febbre a 40 gradi, alla fine con delle croste che sembrava un lebbroso pesava vestito 14 kg.
Io non so se lei parla in buonafede come spero facesse mia nonna, o semplicemente per prendere il voto di qualche esaltato, di certo è che non sa di che parla nemmeno per conoscenza diretta come possiamo fare io e mio fratello .
Io mi auguro che per lei, la sua campagna che raccoglie il distillato di rimedi di fine 800, valga la pena e che abbia un obiettivo qualunque esso sia fosse anche la sola conquista del potere, che ci sia almeno un fine che se non giustifica sempre i mezzi almeno dia un senso ad un comportamento che altrimenti è degno solo di un ospedale psichiatrico o di un emulo di Erode.
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