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PAVIA VIGEVANO VOGHERA: Crisi e sfortuna, la fine delle piccole aziende

Giugno 30
17:29 2015

PAVIA VOGHERA VIGEVANO –  Un tempo i piccoli imprenditori potevano far sognare in grande. L’iter era sempre più o meno lo stesso, si partiva da un’intuizione, si studiava la possibilità concreta di metterla in pratica, si ricorreva a prestiti dalle banche o a prestiti tra privati e si cominciava ad avviare la propria attività. Fino a qualche anno fa questa era la norma, e nella maggior parte dei casi, a meno che non si trattasse di idee completamente inattuabili o con una cattiva gestione imprenditoriale, i risultati si vedevano in breve tempo. Coloro che meritavano e per bravura e per fortuna, riuscivano in capo a pochi anni non solo a restituire quanto richiesto per avviare la propria attività, ma anche a vedere i primi guadagni, quelli che ti rendono felice perché sono i tuoi guadagni, meritati e sudati.

Il tempo della meritocrazia e dello spirito imprenditoriale però sembra essere giunto al capolinea ormai da diverso tempo. La scusa (che scusa non è) è sempre la solita, la crisi. Oggi chi vuole fare impresa deve aver davvero un bel capitale da parte e fare bene i calcoli studiando minuziosamente i margini di rischio. In molti non se la sentono, danno uno sguardo allo scenario nazionale, oltre che regionale, e demordono, preferendo magari cercare un lavoro più o meno precario all’estero ma che non implichi la possibile perdita di risorse. A fare paura ai giovani imprenditori di oggi è il vuoto, il non sapere cosa ci sia dietro l’angolo, il non sapere come andrà a finire con questa crisi che ha ‘sconquassato’ un po’ tutti i mercati ed il settore del credito (anche per le banche maggiori come ad esempio nel caso dei prestiti BNL).

Qualcuno invece prova a rischiare, perché magari non se la sente di lasciare baracca e burattini e fare un salto nel buio all’estero o perché è ancora fortemente idealista e pensa di potersi esprimere al meglio anche nel suo Paese. “La fortuna aiuta gli audaci”, si diceva una volta, eppure non sembra più essere così. Un esempio su tutti quello dell’azienda di apicoltura di Voghera le cui api sono morte in massa probabilmente avvelenate da qualche pesticida. Un danno ingente che avrà gravi conseguenze. Conseguenze che una volta venivano messe in conto, ma che oggi possono significare davvero la rovina delle piccole aziende già fortemente provate da una tassazione pesante e da un languore dei mercati che stenta a svanire.

(redazionale)

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