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CASEI GEROLA 11/04/2012: Ecco le 22 ragioni del No alla Centrale a Biomasse. La Provincia Rassicura “A Casei non si bruceranno rifiuti”

Aprile 11
11:20 2012

CASEI GEROLA – Domani a Pavia si terrà la conferenza dei servizi sulla centrale elettrica a Biomasse di Casei Gerola. In attesa, più sotto, pubblichiamo tutte e 22 motivazioni che hanno spinto il Comitato dei cittadini di Castelnuovo Scriva a dire di No al progetto. Sempre in attesa dell’avvio dei lavori, la Provincia ed il  Comune rassicurano la popolazione sul fatto che nell’impianto di Casei Gerola non verranno bruciati rifiuti. L’assessore provinciale all’ambiente Alberto Lasagna ha fatto sapere che la volontà di Piazza Italia è quella di “tutelare al massimo la salute dei cittadini di tutta la zona” e di “procedere con la massima trasparenza”.

Ecco ora le 22 ragioni per cui ci si oppone alla costruzione della centrale a Biomasse nel Comune di Casei Gerola.

1- Siamo stufi di subire le decisioni da furbetti della Provincia di Pavia (e della Lombardia) che collocano al confine con il Piemonte i loro impianti più a rischio. Ben 110 le strutture sorte in Lomellina, ai margini con il Piemonte, per produrre biogas spazzando via allevamenti e risaie.

2- L’accordo di riconversione produttiva dello stabilimento saccarifero di Casei Gerola prevede la costruzione a Casei di una centrale a combustione di biomassa. ATTENZIONE però: a dispetto del titolo dell’accordo l’impianto non sorge nell’area dell’ex zuccherificio (né in quello ex Solchem) ma occupa nuovi terreni di cui una parte attualmente a destinazione agricola.

3- Ci chiediamo perché in tutta la prima fase che ha portato all’accordo firmato il 30 dicembre 2011, e poi anche in quelle successive, non sono stati coinvolti la Provincia di Alessandria e i Comuni confinanti con Casei, ossia, Molino dei Torti, Alzano, Guazzora, Pontecurone, Cornale, Bastida de Dossi, Silvano Pietra che sono direttamente interessati dall’impianto per la ricaduta dei fumi che ovviamente non conosce blocchi sui confini territoriali, e per l’aumento di traffico.?

4- Perché una centrale così gigantesca, con produzione che sfiora i 50 megawatt, quando le altre centrali a biomassa non superano i 10 megawatt? Riteniamo che una così esagerata produzione si possa ottenere solo bruciando un po’ di tutto!

5- Non è avventato immaginare che l’interesse del proponente l’impianto di Casei Gerola non sia quello di produrre energia elettrica, ma di cogliere in fretta l’opportunità di incassare cospicui contributi pubblici che, non dimentichiamolo, sono poi pagati da tutti noi con sovrapprezzo nella bolletta elettrica. Quindi, noi della zona, subiremo la doppia beffa di pagare il sovrapprezzo all’ENEL per finanziare anche chi indurrà un peggioramento dell’aria che respiriamo.

In merito alla percentuale del 10% di aggiunte sulle nostre bollette per gli incentivi ricordiamo che subiscono una maggiorazione IVA pur non essendo né servizi né beni; che dal primo maggio passerà al 15% e che per gli interventi sugli isolamenti termici delle case (estremamente utili per ridurre i consumi) versiamo solo l’uno per mille.

6- La legge prevede che una centrale a combustione vegetale abbia un bacino di alimentazione di almeno 70 chilometri tutt’attorno. Invece in un’area ancora più limitata abbiamo ben altre quattro centrali dello stesso tipo: Mortara, Predosa, Voltaggio, Carrosio. Dove reperiranno il materiale vegetale per ben cinque centrali a combustione vegetale?

7- La produzione energetica nella nostra zona è già altissima e supera i 1.500 MGW, con soprattutto l’apporto delle centrali di Sannazzaro e Voghera. Si sono aggiunte ora centinaia di piccole centraline: a cosa serve quindi questa nuova centrale? A produrre energia o giro d’affari?

8- L’impianto costa quasi 80 milioni di euro e dovrebbe servire a dar lavoro a 25 dipendenti dell’ex Zuccherificio. Per reinserire queste figure nel mondo del lavoro basterebbero non più di tre milioni di euro, senza danni al territorio. La vicinissima Aspropat con due milioni ha creato 17 posti e offre assistenza e supporto a ben 180 famiglie di agricoltori.

9- La scelta di eliminare lo zuccherificio è risultata scellerata, ora lo zucchero costa tre volte tanto, lo si deve importare dalla Francia e si chiede ai nostri coltivatori di tornare alla barbabietola con conseguenti forti costi e inquinamento per il trasporto agli zuccherifici emiliani.

10- Per distruggere lo zuccherificio i gestori hanno incassato forti compensi, altrettanto chi avrebbe fatto nel sito quella bonifica così misteriosa e sospetta. Ora altri soldi pubblici per la centrale a biomasse utilizzando quel 10% di sovrappiù che paghiamo sulle bollette della luce, quota che ora il governo si accinge ad aumentare in modo consistente.

11- Al punto 5 dell’art. 8 dell’accordo di filiera è previsto che la società proponente l’impianto di Casei Gerola eroghi annualmente alle due associazioni agricole del Pavese firmatarie (Confagricoltura e CIA, la COLDIRETTI non ha aderito) un importo pari all’8 % delle somme pagate ai produttori pavesi per il conferimento delle biomasse: quale la finalità di tale erogazione che, assumendo il massimo di conferimento del solo sorgo, potrebbe raggiungere la cifra annuale di oltre € 500.000? Perché tale erogazione??

12- Perché quelle compensazioni promesse al Comune di Casei se la centrale è così perfetta, santa e benemerita?

13- Come si può garantire che l’impianto, con precisione chirurgica, non superi mai la produzione non supererà i mgw 49,95, soglia massima di produzione consentita, visto che, come dichiarato dalla Provincia di Pavia, una produzione di 50 mgw escluderebbe la Immobiliare Casei dall’ottenimento del contributo statale?

14- Per stessa ammissione di funzionari lombardi la sperimentazione di colture di sorgo è ancora da completare. Gli agronomi hanno perplessità sull’utilizzo del sorgo per produrre energia essendo pianta che è assai umida e richiede tempi lunghi per essiccare. Non esistono ancora i macchinari adeguati per lavorare questo prodotto su ampie superfici.. La resa economica per gli agricoltori è assai inferiore a quella della patata o del granoturco. Le associazioni agricole alessandrine non sono state interpellate e la Coldiretti di Pavia ha espresso parere contrario.

15- Lascia perplessi utilizzare 7.000 ettari di territorio per produrre energia che attualmente non ci serve. È vero che dalle piante otteniamo carta, prodotti coloranti, farmaci; ma da che mondo è mondo l’agricoltura ha avuto il compito di fornire cibo agli esseri umani e agli animali

16- Il vapore saturerà di umidità l’ambiente sottovento alla sorgente per qualche chilometro. Nei periodi freddi e umidi il fenomeno risulterebbe ancor più preoccupante poiché probabilmente formeranno una bolla climatica di alcuni chilometri. E cosa dire circa nebbie e piogge acide che ricadranno al suolo?

17- Tra i 50 camion giornalieri (media annuale) che andranno ed usciranno dalla centrale 2 trasporteranno 36 tonnellate/giorno di residui solidi e ceneri. Di cosa si tratta e dove finiranno?

18- Ormai è assodato: bruciare biomasse per produrre elettricità è la peggiore scelta che possiamo fare se si vuole mantenere buona la qualità dell’aria che respiriamo. In merito ai fumi che usciranno dal camino, esiste il reale rischio che fonti inquinanti vadano a sommarsi a quelle esistenti, con effetti deleteri sulla salute pubblica e sull’immagine e qualità della produzione orticola della Bassa Valle Scrivia.

19- Il nostro territorio nei primi 75 giorni del 2012 ha superato i livelli massimi previsti dalla legge per ben 60 giorni, in alcuni casi quadruplicando la soglia rischio di polveri sottili che è prevista a quota 50. Non sappiamo se i fumi saranno “depurati” nel migliore dei modi; comunque quando si è già oltre ogni soglia, aumentare anche di poco il rischio è demenziale e autolesionista.

20- I dati sulla direzione dei venti non sono suffragati da rilevazioni di almeno tre anni. Del resto poco importa se soffiano prevalentemente verso ovest e sud (verso Molino, Alzano, Castelnuovo, Pontecurone) o verso est e nord (in direzione di Casei, Silvano, Cornale, Bastida). La salute degli abitanti non ha valori diversi se targata Piemonte o Lombardia!

21- Nel progetto non sono previste centraline di controllo sulle emissioni in atmosfera in territorio alessandrino; ancora una volta nessuna attenzione per i paesi e le abitazioni che si trovano a ovest e a sud in territorio non lombardo

22- Lo studio di impatto ambientale e di mitigazioni sul paesaggio sono ridotte al minimo e generiche, con anche alcune assurdità tipo la piantumazione di alcuni faggi (?) e la presenza di lontre (?) nelle acque circostanti.

ALTERNATIVA – Proporre un impianto anaerobico con biomasse, della potenza di 5 mgw,, nell’area ex-zuccherificio, con produzione, assai più pulita, di biogas metano da inserire nelle tubature che forniscono gas ai privati Bassa Valle Scrivia,

 

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